Lavoro usurante nei porti? L’Usb lancia un referendum fra i lavoratori
L’Unione Sindacale di base promuove una consultazione tra tutti i lavoratori portuali, anche iscritti con altre organizzazioni
Ne aveva fatto un accenno martedì scorso anche il neo commissario straordinario dell’Adsp, Davide Gariglio, nel corso della sua audizione alla IX commissione della Camera dei Deputati (trasporti, poste e telecomunicazioni) e adesso la questione viene posta con un’iniziativa promossa a livello nazionale dall’Unione Sindacale di Base.
L’Usb rimarca che, a differenza di quanto previsto per altri settori produttivi e dei trasporti, pur essendo caratterizzato da mansioni con turni che si sviluppano nell’arco delle 24 ore, iperflessibili, esposte alle intemperie e a molteplici situazioni di rischio per la salute e l’incolumità dei lavoratori e con carichi di lavoro sempre più pesanti, l’esodo anticipato nel settore portuale non è ancora garantito a tutti.
La nota
«Riteniamo invece – aggiunge l’Unione Sindacale di Base – che, oltre ai contributi versati dalle aziende all’interno dello specifico fondo istituito dal contratto nazionale, sia assolutamente urgente reperire anche le risorse pubbliche necessarie al fine di riconoscere immediatamente i benefici dovuti a chi svolge un lavoro usurante a tutti i dipendenti delle imprese autorizzate ai sensi degli articoli 16, 17 e 18 della legge 84/94 e di tutte le Società di Interesse Economico Generale (SIEG) operative nei porti italiani. A maggior ragione dopo che nell’ultimo rinnovo contrattuale gli aumenti economici ottenuto sono stati bel al di sotto dell’inflazione reale».
A questo scopo l’Usb ha deciso di organizzare una consultazione rivolta a tutti lavoratori portuali, a prescindere dalla singola adesione sindacale. «Abbiamo bisogno di conoscere cosa pensano i lavori portuali su questo e se siamo disposti ad intraprendere un percorso di lotta a livello nazionale».