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La violenza

Livorno, lite in strada fra due fidanzati: «Mi hai tradito». Poi si massacrano di botte

di Stefano Taglione
Un'ambulanza della Misericordia di via Verdi (foto d'archivio)
Un'ambulanza della Misericordia di via Verdi (foto d'archivio)

Uno dei due raggiunto dai soccorritori della Misericordia di via Verdi nella sua casa di via Modigliani. Nell’alterco, avvenuto vicino alla stazione ferroviaria, sarebbe spuntato fuori un coltello. Intervenuta la polizia

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LIVORNO. Si sono presi a calci e pugni nella zona della stazione ferroviaria: «Mi hai tradito», avrebbe detto uno dei due, un cinquantacinquenne livornese, al compagno di 43 anni. Follia in pieno giorno, poco dopo le 14 di martedì 10 giugno, con i due uomini legati da una relazione sentimentale feriti in mezzo alla strada: uno sanguinante in fronte, conseguenza di un forte pugno sferratogli, l’altro con escoriazioni varie. E a un certo punto, secondo quanto ricostruito, sarebbe perfino spuntato un coltello puntato alla gola di uno dei due. Il tutto sarebbe avvenuto davanti a numerosi testimoni e ad automobilisti di passaggio. Dopodiché la fuga, con la coppia si è dileguata in direzioni opposte.

I soccorsi

Dopo la violenta lite è arrivata l’ambulanza. Non in strada, bensì a casa di uno dei feriti. È stato il quarantatreenne, infatti, a essere assistito dai volontari della Misericordia di via Verdi nel suo appartamento di via Amedeo Modigliani, al confine fra i quartieri delle Sorgenti e di Corea. L’uomo, medicato dai soccorritori della confraternita del centro, ha preferito non farsi accompagnare al pronto soccorso di viale Vittorio Alfieri, riservandosi eventualmente di richiedere un referto in ospedale in un secondo momento. Le sue condizioni di salute, in ogni caso, non destano per fortuna alcuna preoccupazione e la ferita alla fronte è stata opportunamente curata dai sanitari accorsi in suo aiuto, che hanno escluso gravi lesioni.

Nessuna denuncia

Allertate dalla centrale operativa del 118 in zona sono intervenute anche le volanti della polizia di Stato. Giunti in via Modigliani gli agenti dell’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della questura, coordinati dal commissario capo Gabriele Nasca, hanno parlato con il quarantatreenne, il quale ha raccontato loro che cosa era successo poco prima per la strada, non lontano dalla stazione ferroviaria di Livorno centrale, escludendo tuttavia (per il momento) di voler denunciare il compagno di 55 anni. I poliziotti si sono poi sincerati pure delle condizioni di salute di quest’ultimo, che avrebbe accusato l’altro di averlo tradito e in quel frangente si trovava già a casa nella zona della Guglia senza lamentare alcuna problematica.

Le indagini

In assenza di denunce non partiranno indagini penali. Il reato di lesioni personali, infatti, non è perseguibile d’ufficio. Al contrario, se uno dei due contendenti decidesse di querelare l’altro magari dopo essersi fatto refertare in ospedale, allora si metteranno in moto i poliziotti della Squadra mobile della polizia di Stato, diretti dal vicequestore aggiunto Riccardo Signorelli, i quali dovranno comunque verificare i vari (ed eventuali) racconti resi dai due coinvolti nella vicenda e capire se nella zona dove si è scatenata la violenza vi siano telecamere pubbliche o private che possano aver ripreso la scena o parte di essa, contribuendo quindi a una puntuali ricostruzione di quanto avvenuto in mezzo alla strada. Una vicenda, tuttavia, che non dovrebbe avere strascichi giudiziari in virtù delle mancate denunce da parte di entrambi i coinvolti, i quali hanno manifestato l’intenzione di non voler procedere per vie giudiziarie.

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