Nave con 53 migranti in arrivo a Livorno: «A bordo bambini in gravi condizioni»
Salvataggio difficilissimo nel Mediterraneo centrale. La Ocean Viking sbarcherà in porto giovedì 29 maggio alle 8: «Tre persone morte in mare»
LIVORNO. «Un fine settimana caotico nel Mediterraneo ha portato a un respingimento illegale in Libia, a possibili perdite di vite umane e a navi mercantili e umanitarie lasciate senza supporto o istruzioni dalle autorità responsabili del coordinamento dei soccorsi». È la denuncia dell’organizzazione non governativa “Sos Mediterranee” su un’operazione di soccorso di 114 migranti, andata avanti per oltre 48 ore e che ha visto impegnate tre diverse navi. Una di queste, la “Ocean Viking”, sbarcherà a Livorno con 53 persone: l’arrivo, in base al sito web “Marinetraffic”, è previsto per giovedì 29 maggio, attorno alle 8 di mattina.
I naufraghi erano a bordo di una barca di legno «stracarica e in pericolo», segnalata dal servizio “Alarm phone” nella zona di mare libica. «I sopravvissuti – spiega la ong – sono stati separati in tre diverse operazioni di soccorso e altrettante destinazioni». Il primo intervento, da parte di un mercantile sabato scorso. In 35 sono stati salvati, ma a causa del maltempo e del buio non ha potuto completare il salvataggio. «Nonostante le preoccupazioni del comandante per le implicazioni legali – spiegano da Sos Mediterranee – al mercantile è stato dato l’ordine illegale di sbarcare i sopravvissuti in Libia». Domenica un’altra nave civile ha soccorso altre 26 persone. «Non ha potuto recuperare le altre a causa del peggioramento delle condizioni», sottolinea l’ong. Le autorità italiane hanno assegnato Lampedusa come porto sicuro. L’Ocean Viking è arrivata poco dopo e ha soccorso le 53 persone rimaste. Fra loro sei bambini, 19 donne e 28 minori non accompagnati. I sopravvissuti hanno detto all’equipaggio che almeno tre persone erano cadute in mare. «Molti naufraghi sono in gravi condizioni, la maggior parte bambini». Alla Ocean Viking è stato assegnato il porto di Livorno come sicuro. «Dista 1.150 chilometri, un porto più vicino sarebbe fondamentale: hanno bisogno di un accesso immediato alle cure», denuncia l’ong.
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