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Livorno, scuola fissa un “tetto” alle fotocopie. I prof ribelli: «Studenti penalizzati»

di Francesco Turchi
Livorno, scuola fissa un “tetto” alle fotocopie. I prof ribelli: «Studenti penalizzati»

All’Itis ogni docente ha un budget di 500 fogli «Costretti a più prove orali e meno scritte»

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Livorno Risme contingentate per strizzare l’occhio all’ambiente e alle casse. La spending-review nelle scuole colpisce anche le fotocopiatrici. E un gruppo di insegnanti si “ribella” al tetto imposto dall’istituto: 500 copie ciascuno per tutto l’anno scolastico. Succede all’Itis Galilei, con i prof che temono ripercussioni sulla didattica, complice «la difficoltà, per esempio, a fare le verifiche scritte» e la scuola che si difende, sottolineando la possibilità di utilizzare gli strumenti digitali messi a disposizione dei docenti.

Come funziona

All’inizio dell’anno scolastico è stato assegnato ad ogni insegnante un codice per la fotocopiatrice, con un bonus di 500 fogli. Una volta terminata la “scorta”, chi ha bisogno di una deroga, deve inviare una mail di richiesta alla dirigenza e al direttore dei servizi generali e amministrativi (Dsga) che decide se concedere un ulteriore bonus di 100 copie.

La sfogo

Un sistema che non piace a un gruppo di insegnanti dell’istituto livornese, alcuni dei quali – quando siamo appena all’inizio del secondo quadrimestre – hanno già esaurito il “tesoretto”: «Tra noi ci sono colleghi che hanno pochi classi e altri che ne hanno di più. Poi ovviamente le esigenze non sono uguali per tutti, ma variano in base alle materie. E chi ha bisogno di fare verifiche, per esempio, a 150-180 ragazzi, non può rispettare questo “tetto”. Ricordiamo che non facciamo fotocopie per divertimento, ma per garantire un certo livello di didattica». Che invece rischia di subire ripercussioni pratiche: «Con l’impossibilità di fare fotocopie o di limitarle fortemente, potremmo essere costretti, per esempio, a fare molte più prove orali rispetto a quelle scritte. E non è la stessa cosa: in questo modo i ragazzi più timidi, che hanno maggiore difficoltà nelle interrogazioni, potrebbero essere penalizzati. Insomma, questo sistema è ingiusto prima di tutto per gli studenti».

Scarso controllo

L’altra criticità è legata alle difficoltà di controllo delle eventuali prove al pc: «Ci dicono di utilizzare gli strumenti digitali, ma buona parte dei computer non hanno il blocco dell’accesso a internet: e quindi diventa inutile fare delle prove per verificare la preparazione degli studenti, quando con un clic possono trovare le risposte sul web».

La burocrazia

Nel mirino di una parte degli insegnanti del Galilei anche la procedura per chiedere la deroga: «Va inviata una mail di richiesta alla dirigenza e alla Dsga per avere 100 copie in più: come se fosse una cosa personale e non uno strumento necessario per la didattica. Alla fine qualcuno di noi preferirà pagarsele di tasca propria. Ma non sarebbe giusto».

I motivi

La replica ai “ribelli” arriva dal vicepreside dell’Itis, Maurizio Taddei, che spiega anche l’origine della misura: «La nostra è una comunità fatta di 2.000 studenti, 220 docenti e altri 70 addetti non docenti. Quando si parla di fotocopiatrici, dobbiamo considerare anche i costi di gestione, a cominciare dal toner. In passato avevamo un introito molto più alto per questo genere di spese, derivante dal contributo pagato dalle famiglie. Ma con la crisi economica, in molti hanno smesso di pagarlo e dunque il budget si è ridotto notevolmente». Con la cifra incassata devono essere coperte una serie di spese per il funzionamento della didattica, compresa per esempio la dotazione per i nostri laboratori, che sono all’avanguardia e innalzano la qualità dell’offerta didattica. In questo quadro, è chiaro che dobbiamo fare attenzione ad ogni tipo di uscita».

L’alternativa

Secondo Taddei «gli strumenti digitali che mettiamo a disposizione possono essere tranquillamente utilizzati per le verifiche», e questo è anche in linea con «il processo di dematerializzazione in corso, anche in un’ottica green. L’accesso a internet? Abbiamo pc in alcuni laboratori dove è applicato il “blocco”. E comunque se c’è una problematica di questo tipo, possiamo affrontarla, come tutta la questione, nella sede opportuna: il consiglio d’istituto. E in generale, mi preme sottolinearlo, siamo sempre stati disponibili ad affrontare qualsiasi questione con la massima collaborazione. L’iter per le deroghe? Per gestire una comunità complessa, la trasparenza è fondamentale. La richiesta scritta va in questa direzione, per evitare disparità di trattamento tra colleghi grazie a regole chiare e rispettate da tutti. E le deroghe devono essere motivate». 

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