Livorno, c’è l’accordo tra Aamps e sindacati: «Garantiti tutti i posti di lavoro»
Rientrano i timori per i 28 operai che erano addetti all’inceneritore
LIVORNO. Ok all’integrazione al contratto integrativo, ok al mantenimento dei livelli occupazionali all’interno di Aamps e ok al rispetto delle professionalità di quanti erano impiegati all’inceneritore che, a questo punto, non sarà mai più riacceso. È con queste garanzie che si è arrivati all’accordo – mediato dall’amministrazione comunale – tra Aamps, RetiAmbiente e i rappresentanti sindacali dei lavoratori assunti nella società che gestisce il servizio rifiuti della città. Ma facciamo un passo indietro.
L’inceneritore
Una ventina di giorni fa, sulla base della relazione tecnica inviata da un esperto del settore, l’assemblea del socio di Aamps (quindi RetiAmbiente) ha preso atto dell’insostenibilità economica del mantenere in vita (anzi, del far ripartire) un inceneritore che, comunque, non avrebbe potuto bruciare spazzatura oltre il 31 dicembre del 2027. L’impianto, quindi, sarà dismesso. Lì dentro lavoravano 28 operai e una delle preoccupazioni loro e di chi li rappresenta era legata al futuro dei posti di lavoro. Che fine faranno, cioè, quei 28 lavoratori? C’è stata poi tutta la discussione intorno alle professionalità con l’obiettivo di evitare demansionamenti o, comunque, di scongiurare l’inserimento dei lavoratori in settori che sarebbero andati a scapito delle loro competenze.
Lo sciopero
Ecco dunque, che lo scorso 19 novembre Fp-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Fiadel hanno organizzato uno sciopero dei lavoratori Aamps, la cui adesione è stata piuttosto alta: 90% secondo i sindacati e 60% secondo l’azienda. In quell’occasione è stato messo in evidenza, tra le altre cose come ci sia stato «lo slittamento del rinnovo del contratto integrativo aziendale – ha spiegato Emiliano Sartorio, Fp-Cgil –. I lavoratori, inoltre, chiedono garanzie sulla tenuta aziendale almeno fino alla messa a regime dei nuovi impianti previsti». Cioè quello per creare biogas dai fanghi, la cui realizzazione al Picchianti dovrebbe iniziare all’inizio dell’anno, e quello al Vallin dell’Aquila per il compostaggio dagli sfalci per la cui messa in funzione si andrà più avanti nel tempo.
L’incontro
Un incontro tra azienda e sindacati c’era stato anche il giorno stesso dello sciopero, ma il tavolo risolutivo è stato quello di ieri, concluso con il raggiungimento di un accorto che è stato poi accettato dall’assemblea dei lavoratori. L’azienda, sostanzialmente, ha riconosciuto un’integrazione salariale per l’adeguamento all’inflazione in attesa del vero e proprio rinnovo del contratto integrativo. «Siamo soddisfatti – dice Uliano Bardini, Fit-Cisl –. L’azienda, d’altra parte, ha garantito il mantenimento dei posti di lavoro a Livorno e il rispetto delle professionalità di coloro che erano addetti all’inceneritore». E al tavolo delle trattative c’è stata la mediazione del Comune di Livorno con il sindaco Luca Salvetti che, a cose fatte, esprime soddisfazione per aver contribuito al raggiungimento di un punto di incontro e per «le garanzie che hanno mantenuto in equilibrio il clima aziendale». Lato impianti, adesso c’è da capire quando inizierà la dismissione dell’inceneritore e con quali tempistiche. Al suo posto, lo ricordiamo, al momento rimarrà una sorta di zona di stoccaggio per i rifiuti indifferenziati che saranno portati altrove per essere bruciati.