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Livorno e l'omaggio all’impressionista labronico dell'arte Ulvi Liegi

di Simone Fulciniti
Livorno e l'omaggio all’impressionista labronico dell'arte Ulvi Liegi<br type="_moz" />

Castagneto Banca 1910 ospita la “monografica” curata da Michele Pierleoni

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LIVORNO Riflettori accesi sull’arte di Ulvi Liegi. Michele Pierleoni e Castagneto Banca 1910, ormai dal 2017, propongono con costanza esposizioni pittoriche di pregio nella sede di rappresentanza dell’istituto in via Rossini.

E anche per questo finale di 2024, il pittore prescelto è un asso assoluto nel panorama livornese (ma non solo), un innovatore dello stile macchiaiolo, dotato di una grande cultura e di un’estrema sensibilità.

L’evento si intitola “Un linguaggio originale: Ulvi Liegi interprete della luce”, con vernissage previsto per sabato 30 novembre alle 16 (la mostra va avanti fino al 25 gennaio).

Un tuffo nel genio e nei colori dell’artista, per una “monografica” d’eccellenza, che mancava a Livorno da ormai 35 anni, e che raccoglie una serie di opere (molto difficili da reperire) che ripercorrono l’intera vicenda biografica di un magnifico “impressionista” di casa nostra.

«La mostra - spiega Pierleoni - era necessaria. Dopo tanto tempo, occorreva riportare l’attenzione su questo grande maestro». Il dipinto selezionato per la copertina del catalogo lascia subito intuire la statura del pittore. «“Bocca d’Arno” del 1900, un’opera che apre la danza delle avanguardie, proprio all’inizio del secolo, preannunciando quello che sarà poi il movimento “Fauves”. Aveva già capito la direzione che, di lì a poco, avrebbe preso la grande arte internazionale. Un autore che ha conosciuto Fattori, Signorini, Lega, ma, sin da giovane, ha sempre avuto la capacità di immettere nel linguaggio macchiaiolo una cifra personale».

Scorrendo i dipinti ci si imbatte in capolavori assoluti, quali “Il mercato di Livorno”, potentissimo, in grado di restituire non solo pennellate e colori, ma anche i rumori e le atmosfere che sembrano uscire dal quadro. Oppure “Sinagoga a Livorno”, prestato per la circostanza dalla Comunità Ebraica, tra i suoi pezzi più conosciuti e apprezzati.

«Un pittore colto, raffinato, collezionista, tutti aspetti che ritroviamo nella sua arte - conclude il curatore- Perché la pittura sedimenta la sensibilità dell’uomo». Negli anni '20 e '30, si concentra sui temi del mare e degli stabilimenti balneari. «Ed è molto interessante la similitudine che possiamo trovare con Max Liebermann, impressionista tedesco, che si sofferma ripetutamente sui soggetti dei giardini berlinesi. Per Liegi in quel periodo il soggetto diventa puro pretesto di semplificazione del colore, delle forme. Spesso si notano accenni di colore che va a sovrapporsi alle linee chiare del disegno, per dare questa spinta impressionista». E c’è anche una sorpresa, una piccola selezione di autori lui contemporanei: Oscar Ghiglia, Llewelyn Lloyd, Mario Puccini, e Giovanni Bartolena. La mostra è realizzata col patrocinio del Comune di Livorno. A margine c’è anche un bel catalogo, che racconta la biografia, non solo artistica, di Ulvi Liegi (anagramma di Luigi Levi, il vero nome, nato nel 1858 e morto nel 1939 a Livorno), che rende noti aspetti meno conosciuti, come la sua passione il collezionismo.

Info. Gli orari di apertura vanno dalle 16 alle 18 (previo appuntamento da prendere all’indirizzo marketing@castagnetobanca.it, e il sabato ci sono le visite guidate (chiamando il 340 2375748). Ingresso gratuito. Chiusa la domenica.l


 

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