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Il ricordo

Morte di Maurizio Vannucci, il fratello gemello: «È un dolore atroce, abbiamo iniziato insieme al Caprilli»

Da sinistra Alessandro, Lorenzo e Maurizio Vannucci
Da sinistra Alessandro, Lorenzo e Maurizio Vannucci

La tragedia sul lavoro nel centro ippico “Dioscuri” di Crespina. Anche il fratello è dipendente dello stesso maneggio: «La nostra passione per i cavalli nasce da quando eravamo piccoli»

15 maggio 2024
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LIVORNO. «È un dolore atroce, non ho ancora realizzato di aver perso mio fratello. La nostra passione per i cavalli nasce da quando eravamo piccoli, all’ippodromo Caprilli e poi nelle scuderie livornesi. Insieme allenavamo i cavalli da corsa».

A parlare è Alessandro Vannucci, il gemello di Maurizio, l’artiere di 57 anni morto ieri mattina nel centro ippico “Dioscuri” di Crespina, in provincia di Pisa, schiacciato da un cavallo che stava accompagnando in una giostra contro una staccionata. Una morte sul lavoro, l’ennesima purtroppo nel nostro Paese.

Dipendente dello stesso maneggio è anche Alessandro, che però in quel momento non si trovava insieme a “Minno”, questo il soprannome con cui tutti a Livorno conoscevano il grande esperto di ippica cresciuto in via Magenta e ora di casa sul viale Italia, dove viveva insieme alla moglie Lisa. Alessandro era da un’altra parte, sempre lì, e ha saputo subito dell’incidente che era accorso all’uomo con cui è cresciuto per una vita intera.


Entrambi lavoravano lì da oltre 25 anni: espertissimi di corse, Maurizio in particolare si occupava di allenare i cavalli al galoppo, i purosangue inglesi. Era un artiere di prim’ordine, fra i più esperti del centro, «un fantino che non correva», così lo ha definito uno dei suoi migliori amici, Alessandro Gentini, che lo ha conosciuto in Borgo dei Cappuccini da giovane.

«Maurizio era veramente una gran brava persona, non potevi non volergli bene», il commento di una sua amica, Patrizia Pellicciari. Il gruppo con cui è cresciuto in piazza Magenta, capitanato da Massimiliano Signorini, porge «le più sentite condoglianze alla famiglie e in particolare al fratello Alessandro».

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