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Livorno, assaltano il discopub nella notte: il titolare li accoglie con la spranga, nonostante il “consiglio” del 112

di Stefano Taglione
Livorno, assaltano il discopub nella notte: il titolare li accoglie con la spranga, nonostante il “consiglio” del 112

Daniele Fabbrizi, proprietario del Kalypso, stava dormendo al piano di sopra: il suo racconto

19 aprile 2024
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LIVORNO. Hanno tentato l’assalto al discopub mentre il proprietario, l’imprenditore Daniele Fabbrizi, stava dormendo al piano superiore. Fuggendo quando lui, sceso dopo aver chiamato il 112, li stava per accogliere con una spranga fra le mani. Raid dei ladri all’1,15 di ieri notte al Kalypso di viale Italia, un locale che purtroppo è stato ripetutamente preso di mira dai malviventi e, durante gli allagamenti della Terrazza Mascagni, messo a dura prova dai nubifragi. Le due persone, scappate in moto, non sono però riuscite a entrare proprio grazie all’intervento del titolare. Dopodiché, sul lungomare, sono state inseguite dalle volanti della polizia, che però non sono riuscite a fermarle.

Il racconto

Fabbrizi abita sopra il locale, in un appartamento al primo piano. «Qui sto bene, ma unisco l’utile al dilettevole perché faccio il guardiano del discopub – spiega – Purtroppo, sempre più spesso, subisco i furti: sarà già il quinto. Tempo fa, per provocazione, dissi che avrei dormito dentro. È vero e necessario. Purtroppo di notte su viale Italia non c’è nessuno, le baracchine impediscono una visuale da dietro e quindi qui non si vede niente, sono solo. Rispetto a prima è migliorata un po’ l’illuminazione, nient’altro. Sicuramente questi ladri vanno arginati.

L’allarme

Quando i malviventi, nonostante l’auto di Fabbrizi posteggiata fuori, hanno tentato l’intrusione lui è stato svegliato dall’attivazione del sensore di posizione. Un flash che lo ha destato dal sonno. Con l’allarme rimasto silente. E ha chiamato il 112: «La poliziotta dall’altra parte della cornetta – racconta – mi ha chiesto di non scendere. Sono passati otto minuti, ma alla fine sono andato giù con una spranga, attivando l’allarme acustico. Loro si sono spaventati, sono scappati con le moto. Mi hanno sicuramente visto e hanno avuto paura. Così facendo, almeno, ho impedito che mi rompessero le porte, dato che le avevano già incise con qualcosa che avevano in mano. Io volevo solo metterli in fuga, non certo picchiarli, dato che erano in due e armato di un qualche attrezzo».
 

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