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Picchiato sul bus perché si scorda il compleanno, l’aggressore: «Mi sono solo difeso»

di Stefano Taglione
Picchiato sul bus perché si scorda il compleanno, l’aggressore: «Mi sono solo difeso»

Livorno, parla il cinquantaduenne denunciato alla polizia: «Io aggredito solo perché volevo andare via da casa sua, dove mi ospitava»

02 aprile 2024
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LIVORNO. «Peso 87 chili e ho praticato arti marziali, secondo voi se l’avessi picchiato gli avrei solo rotto il naso? Non è così: io mi sono difeso perché lui, senza alcun motivo, mi ha aggredito. E non è vero che mi ero offeso perché si era dimenticato di farmi gli auguri di compleanno, dal momento che me li aveva fatti la mattina stessa. La verità è che questa persona si sta inventando tutto: sui pullman, per fortuna, ci sono le telecamere e i filmati chiariranno tutto».

A parlare è il cinquantaduenne livornese denunciato alla polizia da un quarantaduenne che vive alla Scopaia per l’aggressione di lunedì 20 marzo, attorno alle 20, su un mezzo urbano di Autolinee toscane. La vittima, al Tirreno, ha raccontato di essere stata pestata a bordo e di aver subìto la rottura del setto nasale, di due costole, di un labbro e di un sopracciglio. Nel referto del pronto soccorso si stimano in 15 i giorni di prognosi per la «contusione della parete toracica con una sospetta infrazione della quinta costola sinistra sulla linea ascellare anteriore».

E nella denuncia, l’aggredito, ripercorre così i fatti: «Sono salito sull’autobus insieme a un’amica – le sue parole – e alla fermata di via Grande è salito anche lui. Ci siamo seduti l’uno di fronte all’altro e a un certo punto lui, senza dire niente, ha iniziato a tirarmi pugni in faccia. Io mi sono difeso, colpendolo, mentre la mia amica gli urlava di smettere. Lui ha continuato e nessuno degli altri passeggeri è intervenuto. Poi è sceso in via Marradi».

Una ricostruzione, quella messa nero su bianco nella querela presentata in questura, contestata con forza dal cinquantaduenne sotto accusa: «Lui ha iniziato per primo, io mi sono solo difeso – prosegue – può dire cosa gli pare, anche inventarsi tutto, ma se ne assume le responsabilità. Fra l’altro mercoledì scorso l’ho incrociato in via Grande e al volto non aveva alcuna ferita, stava bene. La verità è che io, lunedì scorso, gli ho detto che volevo andare a casa sua (dove mi stava ospitando) per prendere le mie cose e andare via, ma ha sclerato iniziando a prendermi a pugni. Mi sono difeso: la mia è legittima difesa. Le telecamere dell’autobus chiariranno con esattezza come si sono svolti i fatti e io, da questo punto di vista, sono molto tranquillo. Lui si assume la responsabilità di ciò che ha detto nella denuncia». 


 

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