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Livorno

Eccellenze livornesi al cinema

"Un altro Ferragosto", Paolo Virzì continua la storia dopo ventotto anni

di Giorgio Billeri
"Un altro Ferragosto", Paolo Virzì continua la storia dopo ventotto anni

Il grande regista livornese e il nuovo film nella sale dal 7 marzo: nel cast De Sica, Orlando, Ferilli, Morante

06 marzo 2024
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LIVORNO. Non lo chiamate sequel, sarebbe riduttivo e ingiusto. È il racconto del tempo che passa, di due famiglie che si trasformano, che cambiano insieme all’Italia. La sabbia che scorre nella clessidra, implacabile, e che silenziosamente rimodella le nostre vite, non necessariamente in peggio.

Il tema della nostalgia, le foto seppiate che prendono colore e ci sorprendono imbiancati e diversi, ma in fondo uguali: questa, soprattutto questa è la missione di Paolo Virzì nel suo affresco dipinto davanti al mare di Ventotene, “Un altro Ferragosto”, nelle sale da giovedì 7 marzo. Il regista livornese, fresco sessantenne, aveva scritto diverse sceneggiature, poi rimaste nel cassetto, sull’evoluzione dei due nuclei familiari, opposti come zenith e nadir, tratteggiati nel bellissimo e crudele “Ferie d’agosto” datato 1995. «In quel film – ha spiegato il regista – raccontavo il cataclisma nel modo di percepire cosa era di sinistra e cosa di destra, dopo l’arrivo di Silvio Berlusconi. C’era un nuovo ceto trionfante, che si era a lungo sentito in soggezione e che provava un senso di inferiorità verso gli intellettuali e la cultura, che poteva finalmente prorompere in un grido liberatorio».

Quasi trent’anni dopo siamo cambiati, tutti. E l’Italia con noi. «L’idea – le parole del regista – era che tutti i personaggi dovessero confrontarsi con il tema del tempo che passa, e ne è venuto fuori un racconto che cerca di mantenere lo stesso tono effervescente del vecchio film ma ne accentua l’elemento drammatico che diventa persino tragico». E poi c’è il passaggio alle nuove generazioni. Che nel racconto firmato da Virzì, dal fratello Carlo e da Francesco Bruni sono quelli che organizzano la vacanza-amarcord sull’isola: Altiero, figlio di Sandro Molino (Silvio Orlando), riunisce gli amici del padre per fargli credere che le cose siano rimaste uguali e nascondere il fatto che non lo sono più; Sabrina (Anna Ferraioli Ravel), figlia di Ruggero Mazzalupi, arriva sull’isola per sposarsi. Due famiglie opposte, «due partiture musicali che si intrecciano e che creano una dialettica sulla quasle l’intero film si regge. Mi piacerebbe – spiega ancora Virzì – tornare a Ventotene per la terza volta per raccontare davvero gli anni Trenta e Quaranta quando mille matti, tra i migliori della loro generazione, vennero portati qui in manette e qui nutrirono le idee che avrebbero edificato il futuro del dopoguerra».

Un altro film collettivo, specialità di Paolo Virzì, con un cast che riassume plasticamente passato e presente: il film di 30 anni fa (due protagonisti non ci sono più, Piero Natoli ed Ennio Fantastichini) con Silvio Orlando, Sabrina Ferilli, Gigio Alberti e Paola Tiziana Cruciani rappresentano la continuità, poi ci sono i giovani, Andrea Carpenzano, Emanuela Fanelli, Agnese Claisse.

Poi Laura Morante, nel ruolo di Cecilia, e Christian De Sica nella sua versione più drammatica (che col passare degli anni si fa preferire) nel ruolo di Pierluigi Nardi Masciulli. «Quando ho letto la sceneggiatura – confessa De Sica – ho detto a Paolo: mi sa che è più bella di “Ferie d’agosto”. Lui mi ha dato ragione. Interpreto un piacione, ex bello, senza una lira, un morto de fame. Lavorare con Paolo è stato un onore, lui si accorge subito quando reciti o quando sei vero. E vuole che tu sia vero».

«Uno dei registi più sensibili – le parole di Sabrina Ferilli –, è il quarto film che giro con lui. E questi film così corali a mio giudizio sono quelli che a Paolo riescono meglio».

«Paolo riesce a rendere cinema le tensioni e i conflitti tra gli attori. Un anarchico che ama il rischio». Firmato, Silvio Orlando.  

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