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Funzionaria licenziata in Comune a Collesalvetti: bufera per il consiglio secretato

di Stefano Taglione
Municipio di Collesalvetti
Municipio di Collesalvetti

Il sindaco risponde: «Fate l’accesso agli atti, non sono io il vostro interlocutore» Opposizioni in rivolta, Marcis e Ciacchini: «Così tappate la bocca alle minoranze»

29 dicembre 2023
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COLLESALVETTI. Una dichiarazione scritta letta nel consiglio comunale secretato. Con i cittadini obbligati a uscire dall’aula e la diretta Youtube staccata. «Il procedimento disciplinare è stato gestito direttamente dall’ufficio preposto, presieduto dal segretario – le parole del sindaco di Collesalvetti, Adelio Antolini, rispondendo al consigliere di minoranza Emanuele Marcis, che con il suo gruppo aveva presentato un’interpellanza – e non potete chiedere a me per conoscere i passaggi procedurali e le tempistiche dell’iter fino alla sua conclusione. L’unica strada è quella di fare un accesso agli atti o chiedere lumi al segretario».

È così che il primo cittadino colligiano ha spiegato il “licenziamento” – si tratta, come anticipato ieri dal Tirreno, di una risoluzione anticipata di due giorni di un contratto a tempo determinato – di una funzionaria livornese assunta proprio da lui nell’ottobre del 2021 per esigenze di organico e rimossa, stando ai pochi atti ufficiali disponibili, per «motivi disciplinari» di cui non si conoscono i dettagli. Ragioni che non sono note, o meglio: sono note, ma non alla collettività, nonostante l’ente pubblico coinvolto, visto che l’istruttoria è stata secretata al pari della discussione di ieri in consiglio comunale, iniziato in streaming e poi “silenziato” nel momento in cui è stata affrontata la questione.

È stata la maggioranza, con il parere contrario delle opposizioni, a chiedere che i cittadini non potessero ascoltare per motivi di privacy, anche se mai durante il dibattito a porte chiuse è stato fatto il nome della dipendente, che al Tirreno ieri in un’intervista si è detta all’oscuro delle presunte ragioni disciplinari che hanno portato al suo allontanamento. La donna, fra l’altro, è sempre alle dipendenze della pubblica amministrazione, essendo in organico al Comune di Livorno, dal quale era in aspettativa proprio dopo l’ok all’incarico per l’ente confinante, per il quale era stata scelta dopo una selezione a cui avevano partecipato altri quattro candidati. «Non mi hanno mai dato alcuna spiegazione – le sue parole – e per questo ho presentato una richiesta agli atti che finora non è stata soddisfatta». Richiesta agli atti che, se lo vorranno, potranno fare anche i consiglieri comunali per conoscere, nel dettaglio, le ragioni che hanno portato al recesso anticipato del contratto di lavoro pubblico. La funzionaria a elevate qualificazioni, che per un periodo ha avuto anche un ruolo dirigenziale su nomina diretta del sindaco con l’ok di tutti gli assessori, si è detta comunque pronta a impugnare il provvedimento.

«Io non voglio entrare nel merito, perché la questione è molto delicata e complessa. Una questione sulla quale io non posso e non devo dichiarare nulla, fino a che la presidente dell’ufficio procedimenti disciplinari, che opera con grande trasparenza, non concluderà il procedimento». Le parole del primo cittadino rappresentano quindi la risposta all’interpellanza del gruppo consiliare “Cittadini in Comune”, presieduto da Emanuele Marcis. Che attacca: «A seguito della decisione presa dalla maggioranza prendiamo atto che la discussione è stata secretata contro il nostro volere – spiega – visto che io ho votato per la trasmissione in streaming della seduta. Nel nostro atto, a differenza dei decreti sindacali, non si fanno riferimenti a nomi o persone, è totalmente anonimo e rispetta la privacy delle persone coinvolte, e per questo andava affrontato a porte aperte». Marcis si è poi soffermato sul fatto che «la dipendente è in organico in un altro Comune» e che, neanche per cortesia istituzionale, l’altro ente sarebbe stato contattato.

Prima di secretare la seduta, con il parere favorevole di nove consiglieri su 14, il presidente del consiglio comunale Daniele Rossi aveva spiegato che «trattandosi di una querelle ancora in corso all’interno del procedimento uffici disciplinari chiedo se sia opportuno affrontarla a porte chiuse», con Antolini che da questo punto di vista aveva però auspicato una votazione unanime, che non c’è stata. «Purtroppo devo sottolineare ancora una volta che la trasparenza e la chiarezza non sono i punti forti di questa amministrazione – sottolinea il capogruppo consiliare della Lega, Massimo Ciacchini – dato che noi consiglieri siamo stati estromessi dalla visione della documentazione. Non siamo semplici spettatori, ma rappresentanti eletti dal popolo. Ma vuoi per documenti “persi” come la polizza assicurativa da circa tre milioni di euro delle piscine fallite e che hanno dovuto pagare i contribuenti di Collesalvetti o per la prescrizione non ho mai avuto risposte. Come per le carte di credito usate negli ultimi dieci anni da sindaci e assessori e i loro permessi retribuiti».

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