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Le aziende “macchine da soldi” di Livorno: porto, ristoranti, stabilimenti balneari e immobiliare – La tabella e i dati

di Stefano Taglione

	Una veduta di Livorno dall'alto 
Una veduta di Livorno dall'alto 

Ecco la graduatoria delle realtà imprenditoriali più performanti: non mancano “Oscar” e i “Pancaldi”. Primo “Il Faldo” dopo la vendita dell’autoparco

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LIVORNO. Immobiliare ed energie rinnovabili. Ma non solo: nelle cosiddette aziende “macchine da soldi” di Livorno – quelle col più alto rapporto fra utile e fatturato – ci sono anche ristoranti e stabilimenti balneari. Ecco la graduatoria delle realtà imprenditoriali più performanti. Vince senza rivali “Il Faldo”, con un giro d’affari di 2.490.497 euro e un profitto di 19.450.000. E non è un errore. Come spiegato al Tirreno dal presidente della Compagnia lavoratori portuali, Enzo Raugei, la società ha incassato un super-guadagno nello scorso esercizio dopo la vendita del terreno dell’autoparco alla multinazionale Koelleker, che ha rilevato la gestione dell’importantissima struttura al confine fra le province di Livorno e Pisa proprio alla Clp – che nel suo consuntivo ha beneficiato enormemente della transazione – e proprio nei mesi scorsi ha presentato in Regione un progetto per coprire l’intera area con un maxi-impianto fotovoltaico da 60 megawatt, in grado di alimentare nel picco massimo di sole e in media 60.000 case.

Seconda assoluta – con un utile di un milione e mezzo su un fatturato di 247.070, quindi anche in questo caso con un profitto superiore al giro d’affari – la Memo 2000, azienda nel settore dell’intermediazione dei trasporti di via Paleocapa controllata da Francesco Conti per il 33%, Giampaolo Conti (28%) e da Beatrice e Cristiana Conti, entrambe con una partecipazione del 20%. A seguire “Progetto Energia”, di via Borra, con un rapporto utile/fatturato pari al 95,28%.

La classifica elaborata dal Tirreno fa riferimento ai dati disponibili sul sito Reportaziende.it, che ancora per qualche giorno renderà fruibili gratuitamente le performance di quasi tutte le imprese italiane. Il portale specializzato, infatti, pubblica alcune voci di bilancio delle principali realtà imprenditoriali dello Stivale, fra cui il fatturato e l’utile. È dalle cifre diffuse dalla pagina web che Il Tirreno si è basato per elencare le cosiddette “Aziende macchine da soldi”, quelle con la più alta percentuale di profitto rispetto al giro d’affari complessivo. Fra queste, in ventunesima posizione, c’è il colosso Gori Hillebrand Italy (l’ex Giorgio Gori) di Stagno: con 89.440.000 di utili (e 322.628.528 di fatturato) è di gran lunga la più ricca del comprensorio e anche nello speciale rapporto calcolato dal Tirreno primeggia.

La multinazionale specializzata nella logistica del vino, settore dov’è leader assoluta, è stata fondata nel Dopoguerra dal compianto Angelo “Nino” Caponi e da tempo è controllata dal colosso tedesco Deutsche Post, che controlla anche l’azienda di spedizione Dhl, che a pochi chilometri da Livorno, all’aeroporto di Pisa, basa un aereo proprio per garantire i propri traffici cargo internazionali. Fra i “big” presenti in classifica anche Terminal Darsena Toscana, terza più ricca assoluta come evidenziato dalla prima puntata tematica pubblicata dal nostro giornale nelle scorse settimane, con 10.680.000 di guadagni, 55.454.526 di fatturato e una percentuale di efficienza del 19,26%. Bene anche Evergreen Shipping Agency – controllata per il 55% da Peony Investiment e per il 45% da Sofimar, guidata dal presidente Antonio Maneschi e dal consigliere delegato Wei Huang – con un tasso del 30,68%, frutto di un profitto di 8.250.000 euro e un giro d’affari di 26.890.906. Performance invidiabili anche per l’Interporto Toscano Amerigo Vespucci – il polo logistico di Guasticce controllato dalla società per azioni del ministero dell’Economia e delle finanze Amco (31,48%), dall’Autorità di sistema del mar Tirreno settentrionale (30,28%), dalla Regione Toscana (18,17%) e con quote sotto il 5%, fra gli altri, da Camera di Commercio, Comuni e Province di Livorno, Pisa, Lucca e dall’amministrazione colligiana e privati come Banco Bpm, Compagnia lavoratori portuali, Unipol, Mercitalia Rail, Ecofuel e Ubi banca – con il 22,38% (profitti per 2.144.401 su un giro d’affari di 9.583.631 euro).

Stabilimenti balneari

Anche in questa speciale classifica i protagonisti restano gli stabilimenti balneari livornesi. Le Onde del Tirreno (ex Pejani) primeggiano nella categoria con 172.490 euro di utili su un giro d’affari di 783.989 (il 22%), davanti ai Nettuno (14,58% e guadagni per 57.350) e ai Pancaldi e Acquaviva, che a livello assoluto come utili sono i migliori: 240.530, ma il rapporto col fatturato si attesta all’11,49, comunque alla settantaseiesima posizione assoluta, davanti a giganti come Ies Solare – l’impresa controllata al 100% dalla Citi Holding di Riccardo Citi, quote per 115.000 euro e Katy Bendinelli, coproprietaria con un capitale di 23.900 euro – che è la decima più ricca fra tutte quelle di Livorno, Collesalvetti e Capraia. Dietro lo stabilimento balneare guidato dal patron Giorgio Bonaventura, che al Tirreno aveva messo in luca le notevoli difficoltà derivanti dai continui e gravissimi danni provocati dal maltempo e dalle mareggiate, c’è il campeggio Miramare (tasso del 10,29%, guadagni per 203.460 euro su un giro d’affari di 1.977.430) e la Società agricola Lomas di via Pisana-Livornese, nel comune di Collesalvetti. L’impresa guidata da Gabriele Saracco – come raccontato dal Tirreno nelle scorse settimane – ha purtroppo diversi aspetti in comune con i Pancandi: il maltempo l’ha enormemente danneggiata, visto l’esondazione di un vicino torrente ha allagato tutti i locali. E per un’azienda che si occupa di produrre energia elettrica, con ottimi risultati per altro, non è un problema da poco. Nel bilancio del 2022 l’impresa, l’ultima del comune di Collesalvetti prima di entrare in quello di Rosignano Marittimo, ha chiuso con un tasso del 9,24%, con un utile di 305.440 e un fatturato di 3.306.256 euro.

Ristoranti

Anche i ristoranti emergono prepotentemente da questa graduatoria. “Via di Guinceri” di Vicarello – titolare la chef Elena Fagiolini, Fabrizio Moccia cura invece le pubbliche relazioni – è esattamente a metà classifica, con un rapporto utile/fatturato del 16,17% (i guadagni dichiarati, nel 2022, sono stati pari a 215.970 euro). E c’è anche “Oscar”, il famoso locale di via Franchini di Marco Mantovani, in cinquantottesima piazza e con un tasso del 14,17%. Anche nelle graduatorie degli ultimi anni, i due ristoranti livornesi, si sono sempre dati battaglia da questo punto di vista. Confermandosi come i locali più ricchi del comprensorio, frutto di passione ed esperienza.

In alto l’immobiliare

Come da tradizione, almeno in questa speciale classifica, va molto bene l’immobiliare nel rapporto utile-fatturato, con sei imprese nelle prime 15. Pamida e G.G. sono addirittura nei primi cinque posti (65,88% e 55,65% di efficienza). Seguono Ekaf Immobiliare (49,58% con 315.430 euro di utile), Euroterminal (42,66% e 516.430 euro di profitti), Liburnia (40,99% e 703.780 euro) e l’Immobiliare “Il Sole”, con una percentuale finale del 40,42%.

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