Livorno, in udienza non si presenta nessuno: slitta ancora il processo a Scarpa
L’imprenditore della Baracchina rossa imputato per le offese alla municipale
LIVORNO. In aula, oltre alla giudice Rosa Raffaelli, non c’era praticamente nessuno. Solo due dei tre agenti locali che si sono costituiti parte civile, assistiti dall’avvocato Ettore Puppo. Nessuno dei testimoni citati dalla difesa. E nemmeno l’imputato, l’imprenditore livornese Samuele Scarpa, e la sua avvocata Anna Francini, che aveva un impedimento e che, su invito della giudice, è stata sostituita da un collega che stava attendendo l’inizio di un’altra udienza.
Oltre tre anni di attesa
È stato nuovamente rinviato il processo al ristoratore e collaboratore della Baracchina rossa, 48 anni, imputato per oltraggio a pubblico ufficiale. La prossima udienza, al termine della quale potrebbe arrivare la sentenza, è prevista a metà novembre. Già lo scorso giugno, dopo un certificato medico inviato dall’imputato, c’era stato un annullamento. Con i termini di prescrizione sospesi. I fatti contestati risalgono alla mattina del 21 maggio 2020, ben oltre tre anni fa, quando fuori dal noto locale del lungomare Scarpa dette in escandescenze durante un controllo dei vigili sull’occupazione del suolo pubblico. «Ha preso la rincorsa per dare un calcio a un cartello del bar – ha raccontato alla giudice uno degli agenti durante l’ultima udienza, che si è svolta addirittura nel gennaio scorso – poi ha iniziato a gridarci dietro. Ha detto “siete venuti a rompere il c...”, “siete schiavi del potere”, “siete schiavi di questa amministrazione, dovete ribellarvi”, “non siete uomini”. Poi si è rivolto alle persone che passavano dicendogli “vedete cosa ci fanno passare? Siamo in una dittatura”, “vedete cosa fa quest’amministrazione? Non ci fa lavorare”». Scena ripresa in un video che, all’epoca, diventò virale, destando anche l’attenzione del sindaco Luca Salvetti, che convocò Scarpa in municipio per fare pace.
Comune non costituito
L’amministrazione non si è costituita parte civile. Lo sono solo tre dei quattro agenti che hanno preso parte al controllo, due dei quali ieri in tribunale. Ieri avrebbe dovuto parlare l’imprenditore, ma non si è presentato. Scarpa, il giorno dei fatti, davanti ai giornalisti a palazzo civico disse di aver «fatto una cavolata, ora pensiamo positivo e rimbocchiamoci le maniche».