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Presunti favori per gli appalti al porto di Livorno. Guerrieri: «Noi al massimo parte lesa»

Stefano Taglione
Luciano Guerrieri
Luciano Guerrieri

Il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mar Tirreno settentrionale: «Stiamo collaborando con gli inquirenti»

02 giugno 2023
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LIVORNO. «Abbiamo fin da subito collaborato con gli inquirenti e l’inchiesta è ancora in corso. Noi, al massimo, siamo parte lesa».

A parlare è il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mar Tirreno settentrionale, Luciano Guerrieri, rintracciato ieri mattina dal Tirreno dopo l’esecuzione delle misure di custodia cautelare da parte della guardia di finanza. Il responsabile dell’organismo, nel suo ruolo a partire dal dicembre del 2020, non era per altro in carica quando si sono svolte alcune delle condotte contestate dagli inquirenti.

Gli investigatori, nel corso degli ultimi mesi, hanno acquisito la documentazione relativa alle gare d’appalto direttamente nella sede degli scali Rosciano, dove fino allo scorso dicembre prima di andare in pensione per limiti di età lavorava l’allora capo servizio dell’ufficio servizio manutenzione dei porti di Livorno a Capraia, il sessantasettenne Massimo Lepri, accusato così come i tre imprenditori di induzione indebita a dare o promettere utilità. Una persona molto conosciuta dagli altri dipendenti dell’Authority, il funzionario livornese, che nelle gare d’appalto su cui si è soffermata la guardia di finanza sarebbe stato il responsabile unico di procedimento. Per lui la procura ha disposto il sequestro preventivo di 8.410,96 euro «per equivalente delle somme detenute sui conti correnti dell’indagato, fino all’importo disposto dal tribunale, quale prezzo/profitto del reato di induzione indebita», spiegano i finanzieri.

«Doveroso precisare che si tratta di indagini preliminari, per cui le odierne contestazioni dovranno poi essere verificate nel corso del giudizio», concludono dal comando provinciale diretto dal colonnello Cesare Antuofermo, riepilogando l’operazione. l

S.T.

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