Il Tirreno

Livorno

L’intervento

Barca in fiamme in mezzo al mare, due velisti salvati da un capitano livornese

di Stefano Taglione
Barca in fiamme in mezzo al mare, due velisti salvati da un capitano livornese

Il comandante Michel Possamai in aiuto della barca: «Stava bruciando». Così ha bloccato il traghetto per il soccorso

30 maggio 2023
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LIVORNO. «Quella barca a vela stava andando a fuoco in mezzo al mare con due persone sopra, dovevamo salvarle a tutti i costi». Lunedì 29 maggio, sono le 5.40 di mattina quando il trentasettenne livornese Michel Possamai – da un anno comandante per la compagnia di navigazione Gnv e prima ancora alla Moby – viene contattato dalla capitaneria di porto per una richiesta di soccorso 60 miglia al largo di Genova. A bordo del natante – lungo 15 metri e denominato “Vagamonda”, diretto dalla Corsica verso il capoluogo ligure – una cinquantottenne (Fiorella Antonia Ripamonti, ex vicesindaca di Calco, in provincia di Lecco)) e il marito settantenne canadese Rejan Dallaire. Per salvarli, dalla terraferma, è decollato anche un elicottero, che poi verrà dirottato su un intervento più urgente dal momento che ormai, Possamai, con la nave sta quasi arrivando alle coordinate indicate dai militari. Il trentasettenne, che è in plancia sulla Gnv Blu, sta ultimando la tratta Porto Torres-Genova con passeggeri e camion a bordo e non ci pensa un attimo, pur essendo ovviamente obbligato a farlo, a cambiare programma per recuperare la coppia di naufraghi in gravissime difficoltà. «Poco dopo le 6 – racconta il capitano, che vive a Livorno in via Soffredini, alle Sorgenti – insieme al mio equipaggio abbiamo raggiunto l’imbarcazione. I velisti erano riusciti a confinare l’incendio dentro la cabina, così mi sono potuto accostare».

Il salvataggio

Le informazioni in mano alla capitaneria erano tutt’altro che chiare. Dopo la prima e unica richiesta di soccorso via radio, ricevuta dalla guardia costiera corsa e girata ai colleghi italiani, con la barca a vela si è perso ogni contatto, perché il cortocircuito che aveva spigionato il rogo aveva bruciato anche i cavi delle comunicazioni. Rendendo quindi i naufraghi completamente isolati in mezzo al mare. «Loro ci aspettavano fuori sul pozzetto, avevano chiuso i boccaporti, erano impauriti – prosegue Possamai – così, visto che le fiamme in quel momento erano sempre e solo confinate all’interno, mi sono potuto accostare. Li ho fatti salire dall’imbarco del pilota, appena messi in salvo ho tirato un enorme sospiro di sollievo. Comprendo benissimo il loro stato d’animo, anche io ho una barca e posso immaginare cosa voglia dire ritrovarsi da soli in mezzo al mare con un incendio a bordo».

L’elogio

Per fortuna tutto si è concluso per il meglio, con i velisti recuperati sani e salvi e portati sulla terraferma in Liguria. Con loro, il comandante livornese, si è anche scattato una foto ricordo in sala nautica che conserverà per sempre. «Mi hanno ringraziato moltissimo, ma io ho fatto solo il mio dovere – conclude – poi mi hanno fatto i complimenti per la manovra di accosto, che comunque non è stata semplice. Anche i militari della guardia costiera si sono congratulati». Al termine del salvataggio la capitaneria di porto genovese ha parlato sia con il giovane capitano, che a 18 anni fresco di diploma al Cappellini si è imbarcato sulla Jolly Nero navigando anche nel golfo di Aden, e ovviamente con i due naufraghi al quale Possamai ha salvato la vita.

 

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