«Tangenti al Comune di Livorno». Il funzionario imputato per corruzione è pronto alle dimissioni
Il geometra aveva chiesto il part-time per lavorare privatamente ma l’amministrazione aveva negato il permesso
LIVORNO. «La mia richiesta di part-time era finalizzata esclusivamente a poter svolgere l’attività libero-professionale da geometra e non a rientrare in servizio nel Comune di Livorno. Infatti, in virtù della sospensione dal servizio, anche se mi fosse stato concesso il lavoro a tempo parziale non sarei potuto rientrare nell’amministrazione e comunque non è mia intenzione riprendere un effettivo rapporto del Comune: sono intenzionato a risolvere definitivamente questo rapporto».
A parlare per la prima volta da quando è iniziato il processo che lo vede imputato per corruzione è il funzionario Marco Nencioni, 62 anni, l’ex responsabile dell’ufficio patrimonio di palazzo civico, ora sospeso con metà dello stipendio e senza contributi previdenziali, accusato di aver «fatto gli interessi dei privati invece di quelli pubblici, effettuando stime inferiori ai valori effettivi di cespiti immobiliari di proprietà comunale destinati al trasferimento a terzi e attivandosi nell’espletamento delle relative pratiche amministrative».
Insieme a lui sono imputate per corruzione altre dieci persone, nei giorni scorsi rinviate a giudizio dalla giudice dell’udienza preliminare Tiziana Pasquali, mentre nove società sono chiamate in causa per un illecito amministrativo conseguenza del reato. La posizione organizzativa del Comune, nei mesi scorsi, aveva chiesto il part-time, ma l’amministrazione – che al Tirreno ha spiegato di avergliela negata per «motivi di opportunità» – di fatto non ha dato mai seguito alla sua richiesta, «non rispondendo nemmeno», fa notare il suo avvocato, Marco Talini.
Sempre secondo il legale livornese «Nencioni sarebbe anche disposto a chiedere le dimissioni dal Comune, se ci fosse dell’altra parte la disponibilità ad accettarle e quindi a risolvere definitivamente questo rapporto contrattuale». Finora, infatti, il sessantaduenne (nato a Pisa e residente a Collesalvetti) avrebbe deciso di non presentarle solamente perché, a suo parere, gli verrebbero respinte in virtù del procedimento penale ancora in corso, che andrà a dibattimento a settembre. Il funzionario – prosegue Talini – «non ha mai svenduto i beni del Comune di Livorno, ma su incarico dei suoi dirigenti si è occupato di stimare alcuni beni del patrimonio immobiliare pubblico relativamente a beni lasciati in condizioni non certo ottimali».
La richiesta di part-time, insomma, non era finalizzata al reintegro. Un reintegro che Nencioni non vuole. Il cambio della modalità di lavoro, tuttavia, gli consentirebbe pur senza il reintegro in Comune di poter lavorare come geometra per i privati. È lui ad averlo chiesto, principalmente per poter sostenere le ingenti spese legali che avrà di fronte nei prossimi mesi per difendersi dalle accuse di corruzione avanzate dal pubblico ministero Massimo Mannucci, che hanno comportato al momento il rinvio a giudizio da parte della giudice dell’udienza preliminare, con il dibattimento che per lui e gli altri dieci imputati si aprirà a metà settembre.