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Capraia, Bessi punta al secondo mandato: «Un terzo paese nell'ex carcere»

di Federico Lazzotti
Capraia, Bessi punta al secondo mandato: «Un terzo paese nell'ex carcere»

La sindaca in carica: «Non un fiume di turisti, ma accoglienza di qualità»

14 marzo 2023
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Capraia Isola Per anni è stata la sfidante, l’alternativa, spesso rappresentante di una minoranza dura e impegnata nella tutela dell’ambiente. Ora, per la prima volta, Marida Bessi parte per questa tornata elettorale come la continuità: sindaca di Capraia per cinque anni, gli ultimi tre e mezzo nel doppio ruolo di presidente della Provincia. «Un’esperienza che mi ha arricchito da tanti punti di vista», ripete. Non a caso – proprio con Bessi al timone del Comune – Capraia è stata capace di aggiudicarsi oltre dieci milioni di euro di finanziamenti dal Pnrr per ristrutturare zone depresse, abbandonate, oppure per dare una svolta “verde” a viabilità e rifiuti. Completare questo percorso avviato è il motivo che l’ha spinta a candidarsi di nuovo «per amore dell’isola».

Sindaca, è vero che il suo sfidante le ha proposto una lista unica?

«Mi ha detto che si sarebbe candidato e mi ha proposto di entrare in lista con lui. Gli ho offerto di lavorare insieme con me candidata. Non ci siamo trovati. E adesso ci sfideremo in modo leale. Da parte mia non ho nulla da dimostrare, l’obiettivo è realizzare i progetti per i quali abbiamo tanto lavorato in questi anni e per i quali abbiamo ricevuto i finanziamenti del Pnrr».

Politicamente c’è un dato che colpisce: il suo attuale vice sosterrà la candidatura dello sfidante.

«Forse avrebbe voluto altre priorità. A me dispiace che l’esperienza di una lista unica iniziata con Gaetano (Guarente ndr) non sia proseguita. Da chi era in squadra con me ho preteso impegno, perché sono abituata a lavorare, non solo a parlare. Per cambiare è necessario passare gli atti, scrivere le determine, scegliere gli strumenti urbanistici e dare incarichi. Il futuro dell’isola non si decide al bar».

I suoi detrattori dicono che non ha condiviso le scelte fatte. Come risponde?

«Chi mi conosce lo sa: la porta del Comune e del mio ufficio è sempre aperta. Lo è per i cittadini che vogliono vedere gli atti, capire. Tanto più per i consiglieri. Basta volerlo».

Perché i capraiesi dovrebbero sceglierla ancora come sindaca?

«Perché insieme abbiamo iniziato un percorso per disegnare l’isola del futuro. In questi anni siamo stati bravi a garantire a Capraia i finanziamenti necessari, adesso vanno concretizzati, realizzati, portati termine. Ecco perché per farlo ho in mente una squadra fatta di tante persone smosse dalla volontà di fare qualcosa per Capraia».

Un suo pallino è il complesso di Sant’Antonio, gli ex uffici del vecchio carcere in paese.

«Averlo annesso tutto al patrimonio comunale è una soddisfazione enorme. Da poco abbiamo chiuso la partita con il demanio e il ministero».

Cosa diventerà?

«Un parte sarà destinata a un museo, la memoria dell’isola. Per la parte non vincolata c’è un progetto di civili abitazioni, trenta delle quali per edilizia popolare, e poi una foresteria o la scuola di alta formazione».

C’è un problema di strutture ricettive come pensa di risolverlo?

«A breve riaprirà il residence la Mandola in una versione diversa, più calata su Capraia, il Saracino si trasformerà e c’è in ballo la ristrutturazione dell’albergo Milano».

L’impressione dall’esterno è che Capraia sia fuori dal mondo

«La vedo diversamente. La bravura è che Capraia resti un mondo a parte entrando però nel mondo, attraverso azioni che valorizzano il suo essere fuori dal mondo».

Il futuro è nell’ex carcere?

«Tra cinque immagino un terzo paese in quella zona con strutture ricettive di alta qualità all’Aghiale Alto e commerciali in Basso. Ma per realizzare questo progetto servono gli atti che abbiamo fatto in questi anni: approvare il piano del paesaggio, fare i bandi, le concessioni dove i privati possono intervenire con una progettazione più puntuale. Detto in altre parole non si possono fare stanze nelle celle di rigore: devi andare a modificare conservando le cubature».

Sul turismo che fare?

«Per destagionalizzare servono strutture. Noi vogliamo fare più di sei mesi di turismo. A breve arriveranno le crociere di Star Clippers che porteranno gente. Io sono per fare un turismo dove chi viene trova le condizioni migliori per fare le vacanze, no ai fiumi di persone. Ecco perché dobbiamo mettere in sicurezza tutti gli accessi al mare».

Altro nodo sono i collegamenti e i costi

«Adesso anche i livornesi pagano come residenti. A Toremar ho chiesto lo sconto sull’auto per chi ha la casa». l

Federico Lazzotti

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