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“Perché il Goldoni è il Goldoni”, vince l'arciere paralimpico Matteo Panariello

“Perché il Goldoni è il Goldoni”, vince l'arciere paralimpico Matteo Panariello

Grande successo per la seconda edizione del festival. Ecco la classifica

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LIVORNO.  Matteo Panariello vince, con pieno merito, la seconda edizione del festival (con fini benefici) “Perché il Goldoni è il Goldoni”, trionfando tra le 16 canzoni in gara, grazie ad un’interpretazione praticamente perfetta che ha avuto il potere di emozionare un teatro stracolmo di gente di conquistare la giuria.

Con la sua “portami a ballare” di Luca Barbarossa (vincitrice di Sanremo 1992), l'arciere paralimpico (e cantante provetto) tocca le corde più sensibili, con una voce avvolgente e una serenità d’esecuzione pazzesca. Al secondo posto si piazza Mario Menicagli, anche organizzatore dell’evento in qualità di direttore amministrativo del teatro: la sua performance con “Dietro la porta” di Cristiano De André (Sanremo 1993), è davvero buonissima.

Terza piazza per Stefano Cresci, musicista, con la voce possente e il timbro da tenore, che porta in scena da fuoriclasse un pezzo impegnativo come “Il mare calmo della sera” di Andrea Bocelli (vincitore della categoria nuove proposte nel 1994). «Dedico questo premio alla mia mamma - dice il vincitore al momento della consegna della targa - e a una persona importante che ha fatto parte della mia vita e non c’è più, mio fratello, questo è per te».

La serata nel complesso è stata davvero straordinaria, una girandola di eventi e sorprese, ben gestite dai conduttori Luca Salvetti e Libera Camici. Dopo l’introduzione dei “Sinfonico Honululu”, inizia la gara: ad aprire è il giornalista Simone Fulciniti, con il pezzo “Il ragazzo della via Gluck” di Adriano Celentano. E c’è subito la prima chicca per il pubblico: sul finale del pezzo entra il cantante Manuel Aspidi, che regala una chiusura dei grande effetto. Il secondo a scendere in pista è proprio Panariello, e da quel punto, uno dietro l’altro (con un breve intervallo) passano concorrenti e canzoni Sanremesi, per tutti i gusti. In tanti hanno preparato momenti speciali: c’è il ballerino/scimmione con Raffaello Cioni nella sua Occidentali’s Karma di Francesco Gabbani.

Giulia Aringhieri si presenta con l’ukulele e con un cappello come Rino Gaetano per la sua “Gianna”. Alessandro Guarducci che apre il momento canoro con una poesia di Alda Merini, e una giacca degna di Amadeus. Ci sono due travestimenti: quello di Barresi che indossa una parrucca in stile cantante degli Showmen con la sua “Tu sei bella come sei”, e Dario Ballantini, o meglio Ray Charles, che riporta in auge “Good love, gone bad”, la versione inglese degli “Amori” di Toto Cutugno, con una maestria che solo un gigante come lui può fare. Soprese (ma fino ad un certo punto) anche dal trio Niccolini-Niccolai-Pucci (molto apprezzato dal pubblico in sala) che per la loro “Una vita in vacanza “ dello Stato Sociale, hanno dato vita ad un vero e proprio show, con tanto di siparietto iniziale e ballerini (compresa “la vecchia”) sul finale. A chiudere la carrellata un altro trio quello tutto al femminile Pavoletti-Donati-Gallo, in abiti anni ’60 e “Nessuno mi può giudicare” di Caterina Caselli hanno colpito nel segno.

E sono solo alcuni esempi, la lista sarebbe troppo lunga. Dopo le esibizioni, nella pausa necessaria per tirare le somme dei voti, diventano protagonisti i Gary Baldi Bros, con Emiliano Geppetti che canta, presenta, intrattiene, diverte e coinvolge la platea a intonare l’Italiano di Cutugno, e i due cori “Spring Time e Monday Girls” diretti da Cristiano Grasso che propongono un medley e un omaggio a Maurizio Costanzo con la sua telefonando. Del vincitore abbiamo detto. Il premio della critica va a Menicagli e quello del pubblico a Cresci. Oltre ai primi tre, per il prossimo anno si qualificano: Ballantini, Voleri/Umani, Pavoletti & Friends, Cecchi, Barresi. Applausi sentiti anche per l’orchestra diretta da David D’Alesio.

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