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Spacciavano alla Livorno bene. Cinque condanne per la cocaina: i nomi

di Stefano Taglione
Spacciavano alla Livorno bene. Cinque condanne per la cocaina: i nomi

Fra i clienti ci sarebbero ingegneri e commercianti: chi sono i livornesi coinvolti. I carabinieri hanno documentato oltre 150 cessioni di polvere bianca

02 febbraio 2023
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LIVORNO. Cinque condanne (tre dei quali patteggiamenti), un rinvio a giudizio e due persone per le quali è stata richiesta la messa alla prova. Si è conclusa così l’udienza preliminare sulla rete di spaccio con oltre 150 cessioni di cocaina in meno di quattro mesi. Fra i clienti dei presunti spacciatori ingegneri e commercianti livornesi, che avrebbero acquistato gli stupefacenti in strada, anche nei quartieri nord della città. Ma in alcuni casi sarebbe stato venduto anche metadone, hashish e marijuana. Il traffico di droga contestato sarebbe andato avanti dal luglio all’ottobre di due anni fa, subito dopo il periodo più duro della pandemia quando ancora, comunque, era in atto divieto di uscire di casa la notte come misura per contrastare la diffusione del Covid in Italia. Un’indagine, quella dei carabinieri, che non ha interessato solo Livorno, ma la provincia, Cecina ad esempio.

Le condanne

Il ventiseienne Ani Agasi e il ventitreenne Endri Dama – albanesi, accusati in concorso dei reati di detenzione abusiva di armi, ricettazione porto abusivo di armi e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e difesi dagli avvocati Luciano Picchi e Luca Barontini – hanno patteggiato quattro anni e quattro mesi di reclusione (26.000 euro di multa per Agasi e 24.000 per Dama) dopo essere stati scoperti con oltre un chilo di cocaina. Il blitz, con un primo chilo di “polvere bianca” sequestrato dai carabinieri, era avvenuto il 4 giugno 2020 a Cecina, poi un mese più tardi gli stessi militari hanno sequestrato l’etto di cocaina su un’auto, con le pene che sono state quindi aumentate in continuazione dal tribunale di quattro mesi per Agasi e di sei per Dama, con il totale di quattro anni e quattro mesi. Ha patteggiato anche un altro connazionale, ma solo per spaccio. È Albano Gjoni: per lui pena di quattro mesi e dieci giorni di reclusione, con 800 euro di multa. Per lo stesso reato sono stati condannati in rito abbreviato anche il trentatreenne livornese Federico Brilli (per lui tre mesi e dieci giorni con multa, sospesi, ma farà appello) e Albi Dama (un anno e quattro mesi con pena sospesa).

Le messe alla prova

Hanno invece richiesto la messa alla prova il cinquantatreenne tunisino Jalloul Jendoubi e il ventisettenne albanese Brendon Balla. Rigettato il patteggiamento di tre anni e due mesi per Ermin Kallmacaku, 29 anni. Mentre il livornese Andrea Buggiani (63) ha scelto il rito ordinario ed è stato rinviato a giudizio, con la difesa che punta all’assoluzione. Il tunisino Taieb Tahar Ben Slama (53 anni), era assente all’ultima udienza e dalla giudice Tiziana Pasquali verrà giudicato separatamente (la posizione è stata stralciata). Le indagini sono state svolte dai carabinieri di Livorno, anche con l’aiuto dei colleghi di Cecina, con pedinamenti e intercettazioni. Il pm titolare dell’inchiesta è Niccolò Volpe e gli avvocati difensori Alessandra Natale, Barbara Luceri, Marco Guercio, Massimo Parenti, Luca Barontini, Luciano Picchi, Mario Maggiolo e Nicola Giribaldi.

Le accuse

Albi Dama, Endri Dama e Agasi il 4 luglio del 2020 erano stati sorpresi su una Bmw Serie 1 con 84,29 grammi di cocaina con un grado di purezza del 48,39%, dalla quale sarebbero state ricavate – secondo l’accusa – 271,9 dosi da immettere sul mercato. Per Endri Dama e Agasi, inoltre, c’era stato anche l’episodio del 4 giugno, motivo per il quale la loro pena è sensibilmente più alta rispetto agli altri. Kallmacaku, invece, dalla fine di luglio al settembre dello stesso anno sarebbe stato sorpreso a spacciare per almeno 135 volte: spesso dosi da un grammo o anche meno, al prezzo di 40-50 euro ciascuna, altre per 105 secondo la procura. La maggior parte le avrebbe vendute a Taieb Tahar Ben Slama che «dopo aver ricevuto la cocaina da Kallmacaku – si legge negli atti – tolta quella trattenuta per uso personale, l’avrebbe venduta a terzi acquirenti non identificati». Il livornese Buggiani è accusato di aver ceduto metadone a un giovane il 25 luglio 2020, mentre cocaina a un altro concittadino dieci giorni prima. Sempre secondo la procura sarebbero 15 le cessioni di cocaina imputabili a Balla verso quattro clienti, tre dei quali livornesi e un altro straniero, dal 30 luglio al 30 agosto dello stesso anno; mentre Gjoni è accusato di due episodi di spaccio, sempre relativo alla “polvere bianca”, a beneficio di altrettanti acquirenti il 27 e il 28 agosto di due anni fa. Infine Brilli avrebbe venduto cocaina il 6 ottobre 2020 a uno straniero per 20 euro e Jendoubi, a settembre e ottobre, avrebbe ceduto sempre a un livornese marijuana e hashish. l

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