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Scatta la corsa per i candidati, il Pd livornese riparte da Romano

Juna Goti
Scatta la corsa per i candidati, il Pd livornese riparte da Romano

Ieri il primo confronto all’interno del partito. Stasera la direzione chiave della federazione

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LIVORNO. Se non è la campagna elettorale più corta della storia, poco ci manca. Ieri mattina il segretario nazionale Enrico Letta ha tracciato la linea per il Pd: entro il 2 agosto i segretari regionali del partito dovranno avere in mano le liste dei potenziali candidati al parlamento, nomi da consegnare alla direzione nazionale che sarà convocata tra il 9 e l’11 agosto e che entro Ferragosto metterà quindi il bollino sulle scelte definitive. Significa che nell’arco di una settimana a partire da oggi i territori dovranno provare a dire la loro.

Per il Pd il passaggio chiave sarà stasera, quando il segretario Alessandro Franchi riunirà (su piattaforma digitale) la direzione territoriale, ovvero l’organo che tiene insieme tutti i Pd da Colle a Cecina: il regolamento nazionale che ha iniziato a circolare ieri dice infatti che «le proposte di candidatura» dovranno essere «raccolte dalle segreterie territoriali e regionali», prima di finire nella mani di Letta. Ma intanto lunedì sera si è riunita la direzione comunale del partito, l’ala tutta livornese, insomma. Ed è chiaro che l’orientamento espresso nel capoluogo conta.

Cosa è venuto fuori? In sostanza che il Pd livornese vuole ripartire da Andrea Romano. Nel corso dei vari interventi ci sono state sfumature diverse, chi c’era racconta anche che qualcuno ha osservato che dal punto di vista strategico sarebbe meglio farsi trovare preparati con più nomi, non si sa mai saltasse fuori qualche sorpresa. Ma nessuno sembra avere posto un veto chiaro sul nome del deputato e c’è semmai chi ha spinto su Romano, per esempio l’ala porto. In più a questo giro ci sarà un terzo di parlamentari in meno (tradotto: meno posti), la campagna elettorale sarà flash e serviranno volti già conosciuti. Insomma, provando a guardarla con gli occhi dei Dem: il territorio un parlamentare uscente ce l’ha ed è da un giudizio sul suo operato che si deve ripartire pensando alle liste.

Il segretario del Pd di casa, Federico Mirabelli, che è uno sempre prudente con le parole, la dice così: «Nel corso della discussione è emerso un giudizio positivo sull’attività del parlamentare uscente», giudizio che «riporteremo nell’ambito di un confronto più ampio nella direzione territoriale, che è il luogo deputato per decidere le proposte di candidature...».

E alla vigilia della direzione di stasera, il segretario della Federazione Franchi risponde così: «Escludo che si possano fare subito i nomi, il passaggio è delicato, servirà un confronto con i singoli segretari per elaborare la risposta del territorio», poi però «è chiaro che i tempi sono molto stretti per colpa della situazione politica precipitata in fretta a livello nazionale» e «la proposta di partenza è quella del parlamentare uscente, Andrea Romano, che ha ben lavorato e che per noi e per il territorio può rappresentare un elemento di continuità». Certo ci sarà da capire se i livelli più alti del partito chiederanno una rosa di nomi e come saranno gestiti i vari, velocissimi, passaggi.

Intanto il regolamento nazionale dice, tra le altre cose, che non sono candidabili «coloro che non risultino in regola con le norme che prevedono il dovere degli eletti di contribuire al finanziamento del partito» e soprattutto che non sono candidabili i sindaci di comuni sopra i 20mila abitanti e assessori o consiglieri regionali, «fatta eccezione per le Regioni che si trovino nell’ultimo anno di legislatura e i casi nei quali la direzione nazionale conceda, su richiesta del segretario nazionale, una deroga».


 

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