Il Tirreno

Livorno

Sughere, il racconto dell’infermiera: «Così un detenuto mi ha aggredita»

Claudia Guarino
Sughere, il racconto dell’infermiera: «Così un detenuto mi ha aggredita»

Roberta Sassu (Nursind): «Casi all’ordine del giorno, abbiamo paura»

4 MINUTI DI LETTURA





LIVORNO. Non molto tempo fa un detenuto l’ha presa per un braccio scagliandola contro le sbarre. La settimana scorsa, invece, «c’è stata una rissa durante la quale l’unico agente presente si è chiuso nella sezione con i detenuti in lite, al fine tutelare l’operatrice sanitaria presente». Roberta Sassu, infermiera e segretaria territoriale di Livorno del sindacato Nursind, in tanti anni di carriera, una buona parte dei quali trascorsi sulle ambulanze del 118, di situazioni d’emergenza ne ha viste. «Ma adesso – dice – vado al lavorare con la paura. Perché nel carcere delle Sughere la situazione è fuori controllo».

Sassu, lei in più occasioni, da segretaria sindacale, ha denunciato una situazione di scarsa sicurezza per chi è impiegato alle Sughere. Lei lavora nel carcere come infermiera, ha vissuto personalmente episodi di violenza o minaccia?
«Sì, non molto tempo fa. Noi diamo la terapia ai detenuti porgendola all’interno di un bicchiere di plastica. È successo che uno di loro, quando gli ho dato il contenitore, mi ha tirato per il braccio facendomi finire contro la porta della cella. Io mi sono tirata indietro e devo dire che mi sono spaventata. La cosa incredibile è che lì, in quel momento, c’era un solo agente».

Che altro è successo nel carcere?
«Episodi come questi sono praticamente all’ordine del giorno. Le faccio l’esempio di ciò che è capitato martedì scorso, quando c’è stata una lite tra un gruppo di detenuti e alcuni di loro si sono colpiti anche con le gambe del tavolino».

Come si è risolta poi la situazione?
«In un primo momento l’unico agente che era lì si è chiuso dentro la sezione con i detenuti per tutelare l’infermiera presente. Poi, nel giro di poco, sono arrivati altri agenti e anche un detenuto ha dato una mano a sedare la rissa, che è costata anche qualche ferito».

Una situazione pericolosa sia per il personale sanitario che lavora nel carcere sia per la polizia penitenziaria
«Sì, gli agenti sono sotto organico. Fanno il possibile per gestire un carcere con circa 300 detenuti, ma non è semplice in queste condizioni e mi sembra che la situazione sia fuori controllo per quanto riguarda minacce e aggressioni».

Avete subito anche minacce?
«Certo. Ci dicono di dar loro la terapia che vogliono altrimenti sono guai. Una volta dirigente sanitario e infermiera si sono sentiti dire dai detenuti: “Qui comandiamo noi”».

Domenica mattina agenti e finanzieri hanno trovato della droga in uno degli spazi comuni del carcere. È successo altro?
«Sì. Tempo fa, per esempio, hanno sfondato la porta di una infermeria in sezione e hanno rubato i farmaci. Noi siamo stati costretti a togliere tutto per evitare che si intossicassero di psicofarmaci».

Ma situazioni come queste sono specifiche di Livorno o anche altre case circondariali toscane hanno problemi simili?
«Hanno problemi simili anche Pisa e Sollicciano. A Firenze, per fare un esempio, le infermiere sono state palpeggiate. Per questo siamo intervenuti in Regione chiedendo un incontro al presidente Eugenio Giani e all’assessore alla sanità. Così non è più possibile andare avanti. E ho chiesto anche un incontro al sindaco Luca Salvetti. Perché ciò che sta succedendo negli ultimi tempi è la cronaca di una tragedia annunciata».

Secondo lei dov’è la radice del problema?
«Nella carenza di personale penitenziario. Gli agenti sono pochi e molti di loro giovani o assunti da poco. Spesso saltano il pranzo o restano oltre l’orario perché non c’è il cambio. Questo, appunto, perché ci sono pochi poliziotti in servizio».

E questa situazione si ripercuote su medici e infermieri
«Esatto. Sono in difficoltà loro e di conseguenza lo siamo anche noi operatori sanitari nel lavoro che portiamo avanti. Io sono un’infermiera, non dovrei mettere in conto di dovermi rapportare alla violenza. Cosa che invece sta accadendo frequentemente negli ultimi tempi».l

Cla.Gua.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Italia mondo

In aula

Gérard Depardieu condannato a un anno e mezzo di carcere per aggressioni sessuali: le accuse sul set e la difesa di Brigitte Bardot

Sani e Belli