In aula
Salvetti si impegna: «Nelle edicole anche servizi anagrafe e turistici»
Il sindaco incontra Sinagi e gruppo Sae: quest’anno un contributo per rimediare all’aumento del suolo, poi il via al piano per valorizzare i chioschi nei quartieri
LIVORNO. «È stato un incontro costruttivo, in cui l’amministrazione ha annunciato agli interlocutori di voler risolvere la questione dell’aumento del suolo pubblico con un contributo di sostegno e di voler dare concretamente il via all’idea di fare delle edicole, oltre che un luogo in cui si vendono giornali e riviste, punti in cui offrire servizi ai cittadini in accordo con il settore anagrafe del Comune». Non solo: servizi legati all’anagrafe «e anche al fronte del turismo».
È questo l’impegno che il sindaco Luca Salvetti si è preso dopo la riunione con Daniele Domenici, segretario provinciale di Sinagi (il sindacato nazionale giornalai) e Luca Santini, azionista del Gruppo Sae e membro del consiglio di amministrazione con delega alla distribuzione.
Si tratta – è stato spiegato – di dare il tempo agli uffici competenti di risolvere la questione burocratica relativa alla gestione di una rete di servizi per conto del Comune, come stampa e consegna di alcuni certificati anagrafici e prenotazione del rinnovo della carta di identità.
Un po’ sul modello adottato in altre città e anche dalla vicina Firenze, con Dario Nardella che per un paio di settimane invitò la cittadinanza a rivolgersi proprio alle edicole e a non intasare i locali comunali per operazioni che si fanno in pochi minuti. Andando proprio dal giornalaio.
C’era insomma la necessità di un nuovo incontro, dopo quelli già organizzati con l’assessore al commercio Rocco Garufo, per cercare di fare il punto e capire meglio quali strade percorrere per riprendere un iter interrotto, ma sul quale c’era già un accordo.
E anche per rimediare ai bollettini con brutta sorpresa recapitati agli edicolanti con l’aumento del canone per il suolo pubblico, schizzato del 20 per cento nel passaggio da Tosap a canone unico: da 752 euro all’anno per un’edicola base di 15 metri quadri a 945 euro per i soliti 15 metri.
Un sussulto per gli operatori, pensando tra l’altro agli accordi sulla rete di servizi pubblici da attivare nelle edicole già stipulati in era 5 Stelle, poi rivisti con la giunta Salvetti e protocollati nell’autunno del 2019.
Domenici si dice soddisfatto. «Garufo, seduto accanto al primo cittadino, ha confermato quello che già aveva dichiarato al Tirreno nell’edizione di domenica. Istituire per quest’anno un fondo per riequilibrare quel 20 per cento di aumento e lavorare già per una ulteriore riduzione futura, guardando a quanto hanno fatto in altre città. Ma si deve superare in fretta la questione legata alla privacy per i servizi da trasferire nelle edicole. Che è quella che tiene tutto fermo», ha sottolineato il rappresentante degli edicolanti.
I bollettini del canone fanno meno paura di qualche giorno fa. Si tira un sospiro di sollievo, insomma. Il tributo può essere pagato in un’unica soluzione, al 30 settembre, oppure essere diviso in due rate: con scadenze 30 settembre e 30 novembre. La sensazione è che molti edicolanti decideranno di pagare regolarmente, attendendo poi il rimborso che sarà comunque riconosciuto. Sospendere il pagamento in attesa di sviluppi, forse non vale la candela. La partita con la burocrazia sarebbe persa in partenza. Con il rischio di pagare poi anche la mora.
«L’ufficio bilancio è già al lavoro – riprende Domenici – e questo ci basta per stare tranquilli. Ormai la frittata era stata fatta. La cifra non può essere cambiata e prendiamo atto che i nuovi calcoli ci puniscono mettendoci al pari di altre attività commerciali. Il contributo del Comune sarà, è bene dirlo, pari alla differenza tra quello che dobbiamo pagare adesso e quello che dovevamo prima. Per il 2023, invece, avremo la riduzione pari al 50 per cento della tassa calcolata però sui nuovi parametri».
Anche Santini è uscito dall’incontro con Salvetti soddisfatto: «Pensiamo alle edicole come a un avamposto per l’amministrazione pubblica, è un piccolo passo che il Comune si è impegnato a fare a medio termine. Si è capito che le edicole sono dei centri di riferimento nelle periferie. Mentre in zone più centrali hanno anche altre funzioni. Una sinergia tra amministrazione, edicolanti e il nostro giornale potrà portare a una strategia per lo sviluppo di idee e punti di aggregazione». Un esempio, nella pratica, può essere quello di fare delle edicole dei piccoli centri culturali e poli per informazione turistica.
Santini non parla del ristoro che ci sarà. Guarda già oltre. «Intanto vediamo come partirà il servizio al cittadino che oggi viene fatto in alcuni uffici comunali. Poi, pancia a terra, sviluppiamo il concetto di valorizzazione dell’edicola come mezzo per una socialità di quartiere. Potremmo essere i primi a farlo in Italia. Ed essere guardati come un esempio da seguire».
I corsi di formazione per gli edicolanti come “impiegati dell’anagrafe”, fatti già da tempo, torneranno quindi utili fra qualche mese. La burocrazia, spesso sbadata, questa volta grazie alla buona volontà porrà rimedio. Rendendo qualcosa a una categoria che in emergenza Covid era classificata tra i servizi essenziali e che durante il lockdown ha continuato a pagare le tasse, tutte, come prima della pandemia. l
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