Centro Le Fate, Nedo Di Batte e Daniele Bartolozzi chiedono aiuto alle istituzioni: ecco cosa serve perché il polo decolli
Parlano il fondatore del Consorzio e commerciante e il collega Bartolozzi: «Invitiamo Comune e Asl a mettere qui loro uffici e distretti» E aggiungono: "Senza collegamenti alla Variante qui moriamo tutti".
LIVORNO. Nedo Di Batte è una delle colonne portanti di quel centro commerciale a due passi dal mare, con grandi spazi per posteggiare le auto e tanto verde. Un complesso edificato nel 2006 da parte di un consorzio di imprenditori che, insieme alla Confcommercio ai allora, dette vita a quelle migliaia di metri quadri che negli anni stentano a decollare come meriterebbero. Un vero peccato.
«Questo è un posto bellissimo che, purtroppo, viene tagliato fuori a causa della viabilità che ci penalizza: prima di morire ho una missione, quella di vedere questo centro decollare come merita. Mia moglie era l’anima di qui dentro», ne è convinto l’imprenditore che nel centro ha due attività, lo storico supermercato Sigma e l’attività dedicata agli animali. «Io sono rimasto l’unico dei consorziati ad avere attività dirette, gli altri hanno i loro locali in affitto: le proprietà sono tante e diverse» continua lui che grida a gran voce quanto sia stata scellerata la scelta della precedente amministrazione di aprire la città anche al marchio Esselunga. «Se fai entrare sempre più supermercati la torta poi è sempre quella: la precedente amministrazione ha fatto una politica dissennata».
Di Batte e le sue attività resistono. «Io ho i miei clienti che mi seguirebbero in capo al mondo e li ringrazio: noi resistiamo ma capisco che per tutti non è la stessa cosa».
Anche a lui fa male al cuore vedere saracinesche che chiudono. Davanti a lui e accanto sono veramente tanti i fondi dove si leggono i cartelli affittasi. C’era un ottico, una rivendita di formaggi. C’era una parafarmacia un tempo. E ancora c’era uno spazio con i gommoni per i bambini. E fino al 2 aprile c’era anche il supermercato Ekom che, aimé, ha chiuso i battenti. «È vero che tante attività hanno chiuso, però altre resistono e funzionano: è vero però che qua dentro vorrei vedere tutti gli spazi occupati e vitali».
Ed è vero che le attività che ci sono funzionano bene, come la palestra, il bar ristorante Glass, il centro musicale l’Accordo, il centro sub. Poi c’è la società Alphateam software e supporto delle aziende e altre realtà. Ma le potenzialità del complesso vanno ben oltre. Basta dare un occhio per capire che di spazi da occupare ce ne sono in abbondanza. Cosa servirebbe al centro di via Grotta delle Fate per decollare? «Innanzitutto noi come abbiamo già fatto in passato torniamo a sollecitare un collegamento con la Variante che per noi, a livello di viabilità, sarebbe fondamentale e vitale – e aggiunge – Poi rinnovo l’invito ad enti come il Comune, oppure la Asl a valutare i nostri spazi per uffici, per trasferirci un distretto sanitario. Il nostro polo ha potenzialità incredibili».L’imprenditore non manca di guardarsi indietro. «L’alluvione e quel che è accaduto dopo, per questa zona, con la viabilità diretta interrotta per tanto tempo ha cambiato le abitudini di tanti frequentatori e anche questa è stata una mazzata per tutti», che giunge.
E furono proprio i commercianti negli anni scorsi a fare barricate per evitare la chiusura di via Grotta delle Fate. Che inesorabilmente poi ci fu per permettere i lavori post alluvione. Poi con la giunta Salvetti arrivò la bretella che dette un po’ di respiro alle attività. Ma non abbastanza.
COLLEGATECI ALLA VARIANTE
Non ci sono autobus che arrivano al centro Le Fate. Non c’è un’uscita diretta dalla Variante. Per Daniele Bartolozzi, sempre stato alla guida del consorzio di commercianti e imprenditori che ha edificato il complesso polivalente (insieme alla ex Confcommercio), queste sono le principali ragioni per cui quel polo commerciale e produttivo non ha mai decollato veramente. Rispetto agli spazi e alle potenzialità.
«Arrivati a questo punto, con l’ennesima attività importante che chiude, l’unica cosa che ci può salvare tutti dalla morte commerciale è che si colleghi questo centro alla Variante», Bartolozzi che è anche vicepresidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia della Provincia di Livorno (la nuova anima dell’associazione nata dalle ceneri della vecchia, anni fa) crede veramente che questa sia la soluzione.
«Voglio ricordare che ogni centro commerciale a Livorno ha la sua uscita diretta dalla Variante: nel nostro caso i terreni limitrofi sono i nostri e noi consorziati ci siamo messi a disposizione anche per compartecipare alle spese». L’invito all’ascolto diretto alle istituzioni cittadine è accorato: «Facciamo ancora una volta un appello alle istituzioni affinché ci ascoltino e ci aiutino. Gli spazi sono a disposizione anche per loro, per portarci uffici, distretti sanitari». Bartolozzi ricorda l’importante investimento fatto nel 2006 per riqualificare quell’area. «Abbiamo speso 18 milioni: qui c’era un’area degradata, non fate morire così un investimento così importante». Per creare appeal c’è bisogno di una viabilità diretta, dei bus. «E’ un requisito fondamentale: le attività che sono rimaste funzionano, ma questi locali vanno riempiti altrimenti la situazione non è sostenibile». Guarda alla torre all’asta: «Il prezzo è appetibile ma è un momento brutto per tutti, anche per chi investe: l’ultimo piano, il quinto, quello con terrazza è stato acquistato e speriamo anche gli altri». Bartolozzi chiude: «Al momento della torre è occupato solo il primo piano con i Tabaccai della Fit. Poi tutto vuoto».