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Livorno, la denuncia del presidente Esciua: «Due bombe carta fatte esplodere sotto l’hotel dove vivo»

Livorno, la denuncia del presidente Esciua: «Due bombe carta fatte esplodere sotto l’hotel dove vivo»

Il numero uno della società amaranto racconta in un lungo messaggio la situazione che sta vivendo spiegando che non ha nessuna intenzione di vendere e vuole andare avanti nel suo progetto per arrivare alla serie B

22 maggio 2024
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LIVORNO. Due bombe carta fatte esplodere sotto l’hotel dove alloggia il presidente dell’Us Livorno calcio. A denunciarlo (senza averlo fatto alle forze dell’ordine almeno fino ad oggi) è lo stesso Joel Esciua che in questi ultimi mesi ha rotto il rapporto con i tifosi e parte della città tanto che un’altra cordata vuole rilevare la società: «Sono stati tanto gravi i miei errori – si domanda – da meritare due bombe carta sotto l’hotel dove alloggio? E mi chiedo ancora: possibile che nessuno si sia premurato di stigmatizzare gesti così gravi in una città da sempre non violenta come Livorno? Questa mancata presa di posizione è grave quanto l’atto in sé perché rischia di far passare un messaggio inquietante».

Nessuna volontà di cedere il club

Ora però – prosegue – «è tempo di reagire, far tesoro di quanto è accaduto e organizzarsi per affrontare il prossimo futuro con una migliore organizzazione, sia sportiva che extrasportiva, che ci consenta di rispettare i programmi, ovvero centrare la serie B entro i prossimi quattro anni. E posso garantire che un minuto dopo la gara di Grosseto ero già al lavoro per conseguire i miei obiettivi che non cambiano di una virgola». Dunque nessuna volontà di cedere la mano. 

Proposta ufficiale in arrivo?

«A qualcuno potrebbe sembrare paradossale pensare a programmi a medio termine quando si fa un gran parlare di quella che in gergo finanziario potrei definire ‘Opa ostile’. Tutto voglio fare oggi fuorché farmi attirare all’interno di una bagarre che rischia di farmi perdere lucidità ma alcune precisazioni per me sono obbligatorie: leggo di pec con offerte corredate da assegni depositati presso uno studio notarile cittadino. Sfortunatamente a me non è mai arrivato alcunché. A casa mia funziona che quando si vuole comprare qualcosa, ci si approccia al proprietario, si sonda la disponibilità a vendere, si avanza un’offerta e, solo in caso di accordo, si comunica tramite i media. A casa dei signori di cui leggo invece pare che funzioni diversamente. Leggo che una proposta ufficiale dovrebbe arrivare in giornata, a poche ore dalla convention del Goldoni, bene ne prendo atto e la attendo con curiosità senza dimenticare però tutto quanto è stato fatto e detto nel corso di questo mese. Si riferisce di una proposta ufficiale, si organizza una grande campagna mediatica a me contraria, si assemblano icone del calcio livornese, imprenditori (dai quali ho acquistato il club 10 mesi or sono), giornalisti, tifo organizzato e si mettono tutti insieme in una convention che ha lo scopo di presentare alla città presentare cosa esattamente?». 

Il messaggio a Locatelli

Poi un messaggio al referente della cordata che vuole rilevare la società. «Se è vero quel che ho letto, l’unica cosa che il signor Locatelli avrebbe dovuto fare è formalizzare un’offerta, esattamente quel che feci io con Toccafondi a suo tempo. Quando parlo di Opa ostile lo faccio a ragion veduta e risulta evidente dalla querelle sul marchio Us Livorno in cui è stato coinvolto ingiustamente il presidente del club Magnozzi Enrico Fernandez. Mi domando come mai tutti gli attori in campo si siano adoperati così strenuamente nel tentativo di ‘staccare’ il marchio US Livorno dalle maglie amaranto quando sostengono di voler acquistare il club? Possibile che nessuna delle penne cittadine si sia posta questa banalissima domanda? Vi immaginate ad altre latitudini un imprenditore che voglia acquistare il Milan e, prima di farlo, provi a appropriarsi del marchio storico minacciando di portarlo in dote all’Alcione Milano che milita in Lega pro? Non è che forse questo vano tentativo evidenzi come non ci sia reale volontà di acquistare il club, ma piuttosto di creare una alternativa facendo scivolare il marchio US sulle maglie della Pro sorgenti Livorno di cui uno degli imprenditori facenti parte della cordata è socio? Elementare, no? Per questo motivo, poco sopra, ho definito questa grande operazione Opa ostile, un tentativo chiaro di creare una alternativa in Eccellenza prima di presentare un’offerta a ribasso e mettermi così dinanzi ad una alternativa: o vendi a quattro soldi oppure ti faremo concorrenza con una seconda squadra a Livorno. Condotte di questo genere assumono un profilo vessatorio cui, ovviamente, non intendo dare riscontro. A breve organizzerò un evento in cui presenterò i progetti di rilancio del club per tornare quanto prima nel calcio che conta».

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