Le misure
È morto Gianni Melidoni, addio al “Principe”
Volto e penna storica del giornalismo sportivo: lascia la moglie e sei figli
Si è spento a 90 anni Gianni Melidoni, figura storica del giornalismo sportivo italiano e per decenni una delle voci più autorevoli dello sport romano. Entrato giovanissimo nella redazione de Il Messaggero, dove fu assunto a soli 20 anni, Melidoni ha attraversato oltre mezzo secolo di cronache, diventando prima capo dello sport per 23 stagioni e poi vicedirettore del quotidiano. Negli ultimi anni della sua carriera aveva collaborato anche con Il Tempo.
Una vita in redazione e undici Olimpiadi raccontate
Melidoni ha seguito undici edizioni dei Giochi olimpici, ma il suo nome resta legato soprattutto al calcio. Fu lui a raccontare due momenti scolpiti nella memoria sportiva della Capitale: lo scudetto della Lazio di Tommaso Maestrelli nel 1974 e quello della Roma di Nils Liedholm nel 1983. Due imprese che contribuirono a renderlo un punto di riferimento per generazioni di tifosi romani. La sua penna, spesso tagliente, lo portò a battaglie polemiche rimaste celebri: dagli scontri dialettici con i club del Nord fino alla contestazione della scelta del ct Enzo Bearzot di non convocare Roberto Pruzzo ai Mondiali del 1982.
Il volto televisivo del Processo di Biscardi
Accanto alla carriera da cronista, Melidoni divenne anche un volto noto della tv grazie al Processo di Aldo Biscardi. Nel programma portò la sua verve, la difesa appassionata delle squadre romane e un modo di discutere di calcio che contribuì al successo del format, trasformandolo in un appuntamento fisso del dibattito sportivo italiano.
“Il principe dei giornalisti sportivi”
Soprannominato “il principe dei giornalisti sportivi” per lo stile brillante e la personalità forte, Melidoni aveva iniziato a scrivere prestissimo: il primo articolo lo firmò a 14 anni. Continuò a lavorare sempre allo stesso modo, scrivendo a mano e dettando i pezzi, fedele a un’idea di giornalismo basata su indipendenza, rigore e competenza. Fuori dalla redazione, Melidoni era profondamente legato alla famiglia e alla fede. Amava il nuoto, che praticava quotidianamente anche in età avanzata. Lascia la moglie Mariolina, i sei figli – Antonio, Rita, Elisabetta, Laura, Elena e Giorgio – e numerosi nipoti. In una delle sue ultime interviste aveva espresso un desiderio semplice e diretto: essere ricordato «come una persona per bene». Un ritratto che, per chi lo ha conosciuto, resta forse il più fedele.
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