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Ufficiale, la cucina italiana patrimonio culturale «immateriale» dell’Umanità – Il riconoscimento dall’Unesco

di Redazione web

	La pasta, piatto italiano fra i più celebri
La pasta, piatto italiano fra i più celebri

Ed emerge un dato significativo: genera nel mondo un valore complessivo di 251 miliardi di euro, rappresentando il 19% del mercato globale dei ristoranti con servizio al tavolo

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 La “cucina italiana” è ufficialmente riconosciuta come Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità dall'Unesco, un traguardo di grande valore per l’intero Paese e, in particolare, per il settore enogastronomico. Nel mondo esistono numerose cucine di eccellenza, espressione di culture millenarie; tuttavia, la “cucina italiana” si distingue per la straordinaria varietà e molteplicità dei piatti regionali che ne costituiscono l'ossatura.

Il perché

Questa è la prima volta che l’Unesco premia una tradizione culinaria nella sua globalità, superando l'approccio adottato in passato, incentrato su singole pratiche o tecniche. Gli ingredienti della "cucina italiana", di qualità eccellente, provengono da un territorio ricco e variegato, che si estende dal Mar Mediterraneo alle Alpi. È una cucina di gusto e di buon vivere: sana, saporita e capace di coniugare piacere del palato, benessere e salute, se interpretata con attenzione. Grazie alla sua versatilità, centrata ad esempio sulla pasta, l'Italia ha saputo creare un ponte gastronomico universale, adattando i suoi piatti a contesti e culture diversi.

La "cucina italiana" non stanca mai, grazie all'infinita varietà di proposte regionali. Il vino, suo insostituibile compagno, valorizza ogni piatto e trasforma il tempo trascorso a tavola in un'esperienza conviviale e memorabile. È proprio questo spirito di condivisione e piacere, che favorisce incontro e convivialità, a rendere la cucina italiana amata in tutto il mondo.

Il valore (economico) che genera

Il riconoscimento Unesco, con il titolo "Cucina italiana, tra sostenibilità e diversità bioculturale", rappresenta un ulteriore incentivo per un settore che è un patrimonio culturale, ma anche economico: secondo il Foodservice Market Monitor 2025 di Deloitte, la "cucina italiana" genera nel mondo un valore complessivo di 251 miliardi di euro, rappresentando il 19% del mercato globale dei ristoranti con servizio al tavolo. Con l'ingresso della "cucina italiana", salgono a 20 gli elementi italiani iscritti nella Lista del Patrimonio Immateriale, che comprende circa 800 aspetti in 150 Paesi. Tra i precedenti riconoscimenti Unesco già attribuiti all'Italia figurano la Dieta Mediterranea" (2013, bene transnazionale), la Vite ad alberello di Pantelleria (2014), l'Arte del pizzaiuolo napoletano (2017) e la Cerca e cavatura del tartufo (2021).

La prima volta

Finora l’Unesco non aveva iscritto "cucine nazionali" intere come patrimonio, riconoscendo invece pratiche specifiche legate al cibo: modalità di preparazione, consumazione, tradizioni alimentari, rituali gastronomici. A oggi, circa 50 pratiche culinarie tradizionali sono iscritte nelle liste Unesco; di queste, otto sono riconosciute come 'multinazionali', cioè condivise da più paesi. Le tradizioni gastronomiche riconosciute dall'Unesco come patrimonio culturale immateriale rappresentano pratiche culinarie, rituali alimentari e saperi legati al cibo che vengono tramandati di generazione in generazione.

Tra queste rientrano la Dieta mediterranea, condivisa da diversi paesi come Italia, Grecia, Spagna e Marocco, che valorizza l'equilibrio tra alimenti freschi e stagionali; il Washoku giapponese, basato sulla stagionalità e sull'armonia dei sapori; e la cultura del caffè turco, che unisce convivialità e tradizione. Altre pratiche includono il Ceebu Jën del Senegal, la preparazione di salse fermentate in Corea e varie tecniche tradizionali di panificazione e zuppe tipiche di diverse regioni del mondo.

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