Intossicati dopo il pranzo in ufficio a base di pesce: 15 colleghi in ospedale, due sono gravi. La replica del locale
Genova, nausea e diarrea dopo aver mangiato la pietanza a base di tonno ordinata in un bar del centro: sul posto sono intervenuti anche il nucleo igiene della Asl 3 e i carabinieri del Nas che stanno svolgendo gli accertamenti
GENOVA. A Genova una quindicina di persone si sono sentite male e sono state soccorse dai sanitari del 118 oggi – 10 dicembre – intorno all’ora di pranzo dopo aver mangiato del pesce acquistato in un locale.
Le prime ricostruzioni
Secondo le prime informazioni, si tratterebbe di due gruppi di colleghi di lavoro che avrebbero acquistato dei piatti da asporto nel noto bar del centro cittadino. Dopo aver consumato il pranzo, probabilmente a base di tonno, i 15 avrebbero quasi subito accusato sintomi da intossicazione, tra cui nausee e dissenteria.
I più gravi
Una donna di circa 30 anni e un uomo di 26 anni sono rimasti intossicati in maniera più grave e sono stati trasportati dal 118 all’ospedale Galliera in codice rosso.
Gli altri intossicati sono stati invece trasferiti in codice giallo negli ospedali Galliera, San Martino, Villa Scassi ed Evangelico di Voltri. Sul posto sono intervenuti anche il nucleo igiene della Asl 3 e i carabinieri del Nas, che stanno svolgendo gli accertamenti del caso.
Dal locale
«In merito all’episodio di intossicazione verificatosi oggi nel nostro locale, desideriamo innanzitutto esprimere la nostra solidarietà e vicinanza a tutte le persone coinvolte, augurando loro una pronta e completa guarigione. Siamo profondamente costernati per quanto accaduto, ma riteniamo importante chiarire che il tonno servito risultava, al momento della preparazione, in apparente conformità alle norme di conservazione vigenti. Non erano presenti segnali visibili di alterazione: aspetto, odore e sapore rientravano nella norma, come confermato dalle prime verifiche». Così in una nota fanno sapere dal locale genovese.
«In base alle informazioni attualmente disponibili e alla rapidità con cui si sono manifestati i sintomi – prosegue la nota –, è ipotizzabile che la causa sia riconducibile alla cosiddetta sindrome sgombroide, dovuta a un’eccessiva presenza di istamina nel tonno. Si tratta di un fenomeno che può verificarsi anche in assenza di segni evidenti di deterioramento. È inoltre noto che, una volta formata, l’istamina non può essere eliminata né dalla cottura né da successivi processi di refrigerazione, poiché deriva da alterazioni che avvengono nella filiera precedente al servizio. Siamo pienamente disponibili a collaborare con le autorità competenti per chiarire ogni aspetto, dalla provenienza del prodotto, alla gestione della catena del freddo, fino alle modalità di conservazione, affinché si possa fare piena luce sull’accaduto, un evento mai verificatosi prima nel nostro locale, da sempre apprezzato per qualità e serietà».
«Rafforzeremo ulteriormente i controlli sulle materie prime e sulle procedure di sicurezza alimentare, con l’obiettivo di garantire ai nostri clienti la massima tutela e prevenire il ripetersi di situazioni analoghe», concludono i gestori.
