Garante della Privacy, un nuovo scossone: si dimette il segretario generale Angelo Fanizza
Report ha dato la notizia con un post: «Ha chiesto di spiare le mail dei dipendenti»
ROMA. Dimissioni all’interno del Garante della Privacy. Dopo il rifiuto di lasciare l’incarico da parte dei componenti del collegio, in seguito alle richieste di dimissioni arrivate all’indomani dell’inchiesta di Report da più parti, a fare un passo indietro è la figura al vertice della macchina amministrativa dell’Autorità, il segretario generale Angelo Fanizza. «Il segretario generale del Garante per la protezione dei dati personali, cons. Angelo Fanizza, ha rassegnato le proprie dimissioni. Il Collegio del Garante, nel prenderne atto, ringrazia il segretario generale per il lavoro svolto». Così in una nota dell'Autorità.
La motivazione – secondo quanto rilanciato dalla trasmissione di Rai3 – risiederebbe in un tentativo di violazione della privacy, evidentemente finalizzata alla ricerca della talpa che ha permesso la diffusione delle informazioni e della corrispondenza interna.
«Il segretario generale del Garante per la protezione dei dati personali, Angelo Fanizza, ha rassegnato le proprie dimissioni. Poche ore fa è stato reso noto all’interno dell’Autorità un documento riservato in cui il segretario generale chiedeva al dirigente del dipartimento informatico di provvedere urgentemente all’estrazione della posta elettronica, degli accessi vpn, degli accessi alle cartelle condivise, degli spazi di rete condivisi, dei sistemi documentali, dei sistemi di sicurezza». Lo scrive la trasmissione Report, condotta su Rai3 da Sigfrido Ranucci. «La richiesta di Fanizza di spiare i lavoratori dell’Autorità risale al 4 novembre, due giorni dopo la prima puntata dell’inchiesta di Report – si legge ancora nel post – Secondo quanto riferito da fonti interne, oggi il dirigente del dipartimento per la sicurezza informatica ha informato i dipendenti e denunciato l’illegittimità di questa richiesta. I lavoratori del Garante della Privacy hanno chiesto le dimissioni dell’intero Collegio».
Immediate le reazioni. «Prima vanno via, meglio è. L’Autorità Garante per la Privacy è ormai in piena crisi: i lavoratori hanno votato all’unanimità una mozione di sfiducia contro l’intero Collegio e il segretario generale si è dimesso. È un segnale chiarissimo di un’istituzione che ha perso credibilità e autorevolezza». Così Sandro Ruotolo della segreteria del Partito Democratico, responsabile Informazione. «Da settimane – aggiunge – l’Autorità è travolta da polemiche, accuse di contiguità politica e tensioni interne che ne hanno minato la funzione di garanzia. Quando un organo che dovrebbe essere indipendente perde la fiducia di chi ci lavora e dell’opinione pubblica, significa che non è più nelle condizioni di svolgere il proprio ruolo. Per questo la soluzione è una sola: il Collegio deve dimettersi immediatamente e si deve aprire una nuova fase, con criteri di nomina realmente indipendenti», conclude.
