Il Tirreno

Politica ed economia

Allarme Draghi: «Il modello di crescita europeo è svanito, senza riforme siamo fuori gioco» – I tre punti della sfida al mondo

Allarme Draghi: «Il modello di crescita europeo è svanito, senza riforme siamo fuori gioco» – I tre punti della sfida al mondo

Un anno dopo il suo rapporto sulla competitività, l’ex premier torna a Bruxelles con Ursula von der Leyen: energia troppo cara, IA poco sviluppata e governi troppo lenti. «Basta scuse, servono mesi, non anni»

3 MINUTI DI LETTURA





BRUXELLES. A un anno dal suo rapporto sulla competitività, Mario Draghi torna nella capitale europea e rilancia l’allarme: l’Unione rischia non solo di perdere terreno rispetto a Stati Uniti e Cina, ma anche di compromettere la propria sovranità se non accelera riforme e investimenti.

Accanto alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, l’ex premier italiano ha fotografato un’Europa più fragile di dodici mesi fa: «Il nostro modello di crescita sta svanendo. Le vulnerabilità aumentano. Non c’è un percorso chiaro per finanziare gli investimenti di cui abbiamo bisogno», ha scandito Draghi, avvertendo che l’inazione «non minaccia solo la competitività, ma la nostra stessa sovranità».

Tre priorità per non restare indietro

Draghi ha indicato tre campi d’azione immediati:

Tecnologie: creare un “28° regime” che consenta alle imprese innovative di muoversi senza barriere nei 27 Stati membri.

Regolamentazione: semplificare le norme, a partire dal GDPR, così da liberare il potenziale dei dati e favorire lo sviluppo dell’intelligenza artificiale.

IA industriale: sfruttare il vantaggio europeo nell’automazione per integrare verticalmente l’IA nei processi produttivi.

Energia, il tallone d’Achille

Il nodo energetico rimane cruciale: «Il gas costa ancora quasi quattro volte più che negli Stati Uniti, l’energia industriale più del doppio. Se questo divario non si riduce, la transizione ad alta tecnologia si bloccherà», ha ammonito Draghi. Il problema tocca da vicino i data center, destinati a triplicare la loro capacità entro il 2030 ma già oggi frenati da bollette che incidono fino al 40% sui costi operativi.

Innovazione in corsa, ma con il fiato corto

L’Europa mostra segnali incoraggianti – cinque gigafabbriche di IA in progetto, data center in espansione, riforme delle telecomunicazioni in arrivo – ma resta indietro rispetto ai concorrenti. Nel 2024, gli Stati Uniti hanno sviluppato 40 modelli di IA di base, la Cina 15, l’Europa appena 3. E tra le Pmi, l’adozione dell’IA oscilla tra il 13 e il 21%.

La sfida, per Draghi, è costruire un’IA “made in Europe”, con proprietà intellettuale autonoma e applicazioni capaci di rafforzare i settori chiave del continente. «La strategia Apply AI della Commissione sarà un test fondamentale», ha sottolineato.

L’appello: cooperazioni rafforzate e debito comune

Per l’ex presidente della Bce non c’è più tempo da perdere. La via è quella delle cooperazioni rafforzate, che consentono ad almeno nove Paesi di procedere insieme quando l’Ue nel suo complesso è bloccata. «Questo percorso porterà naturalmente a valutare l’emissione di debito comune per obiettivi comuni», ha spiegato Draghi.

E ha avvertito contro l’inerzia: «Troppo spesso la lentezza viene giustificata come rispetto delle regole. In realtà è compiacimento. I nostri concorrenti agiscono più rapidamente. Continuare così significa rassegnarsi a restare indietro».

In Primo Piano

Regionali

Veleni, scandali e colpi bassi: in Toscana le elezioni sembrano una tragedia greca

di Libero Red Dolce