Il Tirreno

Emily, la streamer che vive in diretta perenne su Twitch: guadagni, sacrifici e pressioni psicologiche

Emily, la streamer che vive in diretta perenne su Twitch: guadagni, sacrifici e pressioni psicologiche

Dal 2021 trasmette ogni istante della sua vita su Twitch. Guadagna migliaia di dollari, ma vive isolata, sotto pressione e senza privacy

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Emily, streamer ventottenne, è diventata un fenomeno globale trasmettendo ogni istante della sua vita su Twitch da oltre tre anni. Dal risveglio al momento di andare a dormire, la sua quotidianità è costantemente sotto gli occhi di migliaia di follower, che la osservano mentre si lava i denti, fa colazione, lavora, si riposa e perfino mentre dorme. L’unico spazio della casa dove le telecamere non entrano è il bagno.

Emily ha iniziato a trasmettere su Twitch nel 2016, su suggerimento del suo ex ragazzo, ma è dal novembre 2021 che la sua diretta è diventata ininterrotta. All’inizio viveva a Long Island, lavorava di notte in una farmacia CVS e si sentiva isolata dopo il divorzio dei genitori e l’allontanamento dagli amici. Twitch è diventato il suo rifugio: una comunità virtuale dove trovare compagnia e attenzione.

Nel tempo, il suo canale si è trasformato in un “reality perpetuo”: Emily detiene ora il record mondiale per lo streaming più lungo su Twitch, con oltre 1.300 giorni consecutivi di diretta. Non ha mai preso un giorno di malattia, non va in vacanza, ha rifiutato inviti a matrimoni, non ha rapporti sessuali e non festeggia nemmeno compleanni o Natale pur di non interrompere la trasmissione.

Guadagni e sacrifici

Il successo di Emily è strettamente legato all’economia dell’attenzione. Ogni abbonato paga 5,99 dollari al mese per seguirla, e secondo Streams Charts il suo reddito base si aggira attorno ai 5.000 dollari mensili, senza contare donazioni e mance. In passato, nei momenti di maggiore popolarità, ha raggiunto picchi di 22.000 abbonati.

Ma il prezzo da pagare è alto: Emily ha raccontato che la costante esposizione l’ha resa più sola e ha incrinato i rapporti familiari. I suoi genitori non comprendono il motivo di questa scelta, e la streamer stessa ammette che lo streaming continuo la fa sentire isolata. “Se smetto, è la mia fine”, ha dichiarato, spiegando che una pausa significherebbe perdere tutto ciò che ha costruito e rischiare il “suicidio professionale”.

Pressioni psicologiche e performance

La vita in streaming è logorante: ogni dettaglio viene osservato e giudicato dal pubblico, che pretende sempre di più. I follower criticano Emily se dorme troppo, se si diverte poco o se fa la doccia troppo a lungo. Lei stessa ammette di forzarsi a fare cose che non vorrebbe, pur di mantenere attiva la diretta e soddisfare le aspettative degli spettatori. Quando si sente troppo giù di morale, resta a letto in silenzio, lasciando comunque la telecamera accesa.

Emily non ha mai avuto una relazione stabile negli ultimi anni, non esce con amici, non partecipa a eventi sociali. Il suo sogno di sposarsi e comprare casa entro i 30 anni sembra irraggiungibile, bloccato da una routine che non lascia spazio alla vita privata.

Un fenomeno culturale

La storia di Emily non è isolata: il suo esperimento ricorda quello di Jennifer Ringley, pioniera dell’auto-esposizione online con Jennicam negli anni ’90. Oggi, però, la cultura dell’iperconnessione è diventata la norma, soprattutto tra i più giovani, che trascorrono sempre più tempo online alla ricerca di connessioni che spesso si rivelano illusorie.

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