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La guerra

Israele attacca l'Iran, colpiti siti nucleari e vertici militari. Teheran: «È una dichiarazione di guerra»

Israele attacca l'Iran, colpiti siti nucleari e vertici militari. Teheran: «È una dichiarazione di guerra»

Netanyahu: «Colpito il cuore del programma di arricchimento nucleare di Teheran». Khamenei promette vendetta. Le dure parole di Trump

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Israele ha lanciato nella notte una vasta offensiva aerea contro l’Iran, colpendo impianti nucleari, installazioni militari e residenze di alti dirigenti del regime di Teheran. L’operazione, denominata “Rising Lion”, è il più imponente attacco diretto tra i due Paesi nella storia recente del Medioriente.

Oltre 200 velivoli dell’aeronautica israeliana hanno preso parte all’azione, supportati da cyber-attacchi e operazioni di intelligence mirate. Gli obiettivi colpiti comprendono le aree di Natanz, Khondab, Khorramabad, Teheran e Isfahan, strategiche per il programma nucleare iraniano. Secondo le prime informazioni dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), i siti nucleari di Fordow e Isfahan non sono stati colpiti. Al contrario, l'importante sito di Natanz ha subito gravi danni - senza che venissero riportate vittime -, come annunciato da Israele e confermato poi da Teheran.

L’attacco di Israele

L'attacco, secondo il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, è stato "un grande successo", "abbiamo colpito il comando di alto livello, abbiamo colpito scienziati di alto livello che promuovono lo sviluppo di armi nucleari, abbiamo colpito installazioni nucleari".

Fonti iraniane hanno confermato la morte durante l'attacco del comandante delle Guardie rivoluzionarie Hossein Salami, del capo di Stato maggiore Mohammad Bagheri e del consigliere politico dell'ayatollah Ali Khamenei, Ali Shamkhani. Media locali hanno riferito di almeno sei scienziati nucleari deceduti.

La risposta dell’Iran

La risposta di Teheran non si è fatta attendere: sono stati lanciati oltre 100 droni verso Israele, in gran parte abbattuti dal sistema Iron Dome o intercettati nello spazio aereo iracheno e giordano. La Guida Suprema Ali Khamenei ha promesso una “risposta dura”, il ministro della Difesa e della logistica delle forze armate Aziz Nasirzadeh ha assicurato che l'Iran è pronto "a continuare la guerra per anni", mentre il ministro degli Esteri Abbas Araghchi ha invocato l’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite per legittima difesa, richiedendo una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.

Le reazioni in Italia

In Italia, il governo segue con attenzione l’evoluzione della crisi. Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, presso l’Unità di crisi della Farnesina, ha confermato di aver avuto un colloquio diretto con il collega israeliano Gideon Sa’ar. “Ho invitato Israele a non trasformare la situazione in una vera escalation. Ho anche insistito sulla necessità di arrivare a un cessate il fuoco a Gaza”, ha dichiarato Tajani, assicurando poi che "non ci sono stati problemi per i nostri cittadini, né in Iran né in Israele. Abbiamo contattato tutti e non risultano criticità, anche se la situazione è di grande tensione".

Secondo i dati della Farnesina, circa 20.000 italiani risiedono in Israele. Al momento è in vigore una sorta di coprifuoco in diverse città israeliane. Paola Amadei, ambasciatrice italiana in Iran, ha riferito delle ore drammatiche vissute durante l'attacco: “Abbiamo avvertito verso le 3.30 locali forti esplosioni, anche vicino alla nostra residenza. Ci sono già code alle stazioni di benzina. Lo spazio aereo iraniano è chiuso e raccomandiamo massima prudenza. Al momento non abbiamo ricevuto segnalazioni di problemi da parte dei connazionali”. L’escalation ha sollevato gravi preoccupazioni nella comunità internazionale. Unione europea, Russia, Cina e Onu chiedono la fine immediata delle ostilità. I negoziati sul programma nucleare iraniano con gli Usa, mediati dall'Oman, sembrano ora compromessi.

Così Trump

La Casa Bianca ha dichiarato che l’attacco israeliano non è stato coordinato con Washington. Tuttavia, il Pentagono ha messo in stato di allerta le basi militari in Medioriente per “proteggere il personale statunitense da possibili ritorsioni”. “Israele ha agito autonomamente — ha spiegato il portavoce del Dipartimento di Stato —, ma gli Stati Uniti rimangono determinati a impedire la proliferazione nucleare nella regione”.  Così Donald Trump: “L'Iran deve raggiungere un accordo, prima che non rimanga nulla, e salvare quello che un tempo era conosciuto come l'Impero iraniano. Basta con le morti, basta con le distruzioni”.

I mercati

Intanto i mercati hanno reagito con nervosismo, il prezzo del petrolio è salito, mentre numerosi Paesi dell’area, inclusi Iraq, Libano e Giordania, hanno chiuso il proprio spazio aereo per motivi di sicurezza.

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