India-Pakistan, arriva il cessate il fuoco: il ruolo degli Usa in una notte di colloqui infiniti per bloccare la guerra
La tensione tra i due Paesi era salita alle stelle dopo l’attacco terroristico del 22 aprile: in poche settimane il conflitto ha causato diversi morti e feriti
L'amministrazione Trump nella giornata di sabato 10 maggio ha ottenuto attraverso la sua mediazione – portata avanti dal segretario di Stato Usa Marco Rubio e dal vicepresidente JD Vance – un “cessate il fuoco” immediato nella pericolosissima escalation militare tra due potenze nucleari, l’India e il Pakistan.
L’annuncio
La tregua è stata annunciata su Truth Social dallo stesso Trump e poi confermata sia da Islamabad che da Nuova Delhi. I due paesi asiatici hanno concordato – secondo quanto ha scritto su X Rubio – di avviare colloqui in un sito neutrale. «Dopo una lunga notte di colloqui mediati dagli Stati uniti, sono lieto di annunciare che India e Pakistan hanno concordato un pieno e immediato cessate il fuoco», ha scritto Trump. «Congratulazioni – ha aggiunto – a entrambi i Paesi per l'uso del buon senso e di grande intelligenza. Grazie per la vostra attenzione a questo tema».
I dettagli
Qualche dettaglio in più sulla mediazione è arrivato da Rubio. Il capo della diplomazia americana ha scritto che è stato lui stesso assieme al vicepresidente JD Vance ad aver avuto colloqui con alti dirigenti dei due paesi, a partire dai primi ministri indiano Narendra Modi e pachistano Shehbaz Sharif, per portare avanti la mediazione. Nelle trattative sono stati coinvolti anche i ministri degli Esteri e i capi delle forze armate dei due paesi in conflitto. «Sono lieto di annunciare che i governi di India e Pakistan hanno concordato un immediato cessate il fuoco e di far partire colloqui su un'ampia gamma di questioni in sito neutrale». ha scritto Rubio. «Lodiamo – ha continuato – i primi ministri Modi e Sharif per la loro saggezza, prudenza e senso dello Stato nello scegliere la via della pace».
Conferme
L'India ha confermato il cessate il fuoco con una breve comunicazione presso il ministero degli Esteri. «Il Direttore Generale delle Operazioni Militari del Pakistan ha chiamato oggi alle 15:35 (ora indiana) il Direttore Generale delle Operazioni Militari dell`India. È stato concordato fra loro che entrambe le parti avrebbero cessato del tutto il fuoco e le azioni militari di terra, in aria e in mare con effetto dalle 17, ora standard indiana, di oggi», ha affermato un portavoce del ministero degli Esteri. «Sono state impartite istruzioni da entrambe le parti per dare seguito a questo accordo». Anche da Islamabad è arrivata conferma, per bocca del ministro degli Esteri Ishaq Dar. «Pakistan e India hanno concordato un cessate il fuoco con effetto immediato. Il Pakistan ha sempre lottato per la pace e la sicurezza nella regione, senza compromettere la propria sovranità e integrità territoriale», ha scritto su X il capo della diplomazia pachistana. Le tensioni tra India e Pakistan erano montate in seguito all`attacco del 22 aprile vicino alla località turistica di Pahalgam, nella parte del Kashmir amministrata dall’India, in cui un gruppo di militanti islamisti armati ha ucciso 26 persone. Il gruppo insurrezionale legato al terrorismo Fronte di Resistenza ha rivendicato l’attacco, ma l’India ha incolpato il Pakistan, che a sua volta ha respinto l’accusa. Il 7 maggio il Ministero della Difesa indiano ha annunciato il lancio dell’Operazione Sindoor, mirata all’«infrastruttura terroristica» in Pakistan. Successivamente ha affermato che 70 «terroristi» sono stati eliminati e ha sottolineato che non erano state attaccate strutture militari pakistane. L’esercito pakistano ha riportato 31 morti e 57 feriti a seguito dei raid indiani. Nella notte scorsa ci sono stati, secondo l'India, attacchi con droni e missili da parte pachistana con diverse vittime in Jammu e Kashmir. È stata colpita da raid aerei Srinagar e c'è stata una reazione da parte delle forze indiane.