Il Tirreno

Il caso

Thomas Luciani ucciso a 17 anni con 25 coltellate: c’è una prima ipotesi sul movente


	Il luogo del delitto e la vittima
Il luogo del delitto e la vittima

Pescara, chi sono i due giovani fermati: dopo il delitto si sarebbero fatti il bagno in mare

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PESCARA. Sarebbe stato ucciso per 200 euro di debito per droga non pagata. Thomas Christopher Luciani, 17enne di Rosciano (Pescara), sarebbe morto per questo. Il giovane sarebbe finito nella trappola ordita da alcuni coetanei che ieri sera (lunedì 22) a Pescara lo hanno attirato in un'area non sorvegliata nei pressi del parco Baden Powell, vicino ad un sottopasso della ferrovia e, forse al culmine di una lite, lo hanno colpito con 25 fendenti anche quando il ragazzo era a terra privo di sensi.

Chi sono i due fermati

L'arma utilizzata per uccidere il giovane potrebbe essere un coltello da sub che gli investigatori della polizia stanno ancora cercando, coadiuvati dal nucleo sommozzatori dei vigili del fuoco perché dalle analisi delle immagini dell'impianto di video sorveglianza dell'area sarebbe stato accertato che “dopo l'efferato crimine” i 2 giovani fermati si sarebbero fatti il bagno nei pressi di uno stabilimento balneare, vicino al parco e probabilmente il coltello potrebbe trovarsi in quell'area. Sempre in serata, i due minori sospettati sono stati fermati dalla polizia, uno è figlio di un avvocato e l'altro è figlio di un carabiniere.

Oltre alla polizia giudiziaria di Pescara e alla Questura di Pescara ed al medico legale, Cristian D'Ovidio, sul luogo del delitto sono intervenuti il procuratore capo del Tribunale per i minorenni di L'Aquila, David Mancini e il pubblico ministero minorile di turno, Angela D'Egidio, appena i sospetti sono ricaduti su 2 minorenni, coetanei della vittima.

Il contesto

Per tutta la notte sono stati sentiti alcuni testimoni e analizzati tutti gli elementi utili. «La drammatica vicenda, fin dalle prime battute, ha evidenziato un incredibile disagio giovanile, una sorprendente carenza di empatia emotiva ed una palese incapacità di comprendere l'estremo disvalore delle azioni commesse - hanno spiegato gli investigatori in una nota - Questi atteggiamenti disfunzionali meritano ampio approfondimento, al pari della necessaria ricostruzione delle dinamiche e delle responsabilità. A tal fine sono dirette le attività investigative in corso, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni dell'Aquila». 

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