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Verso il voto

Salvini a Pontida: «Al governo 5 anni e via il canone Rai». Ma davanti ai 100 mila Zaia avverte: «Autonomia regionale o non dura»

Michela Suglia
Salvini a Pontida: «Al governo 5 anni e via il canone Rai». Ma davanti ai 100 mila Zaia avverte: «Autonomia  regionale o non dura»

19 settembre 2022
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PONTIDA (BERGAMO), L'ultima volta a Pontida aveva appena lasciato il Viminale dicendo addio al governo. Tre anni dopo, sullo stesso palco, Matteo Salvini è pronto a tornarci insieme al centrodestra. Anzi fa una promessa "Io, Giorgia e Silvio siamo d'accordo su quasi tutto e per 5 anni governeremo bene e insieme". E assicura: "Niente scherzi né cambi di casacca. Quello che c'è nel programma è sacro".

E visto che 'scripta manent' il leader della Lega approfitta di telecamere e fotografi, piazzati sul pratone del 'sacro suolo' padano, e davanti a loro chiede ai suoi ministri e governatori di firmare i 6 punti in cui concentra le priorità del partito. Un impegno "a prendere per mano questo Paese" sottoscritto davanti a 100 mila militanti.

Tanti secondo la Lega al raduno nella Bergamasca, che segna il gran ritorno dopo la pausa del covid. A colpo d'occhio, in realtà, sembrano parecchi di meno e senza troppi clichè folkloristici del passato. solo magliette con il logo 'Io credo in Matteo' e sul retro la data delle elezioni di domenica. In ogni caso nessuna sorpresa sui temi e tutti condivisi nel partito: dallo stop al caro bollette al nucleare, da flat tax al 15% e pace fiscale a Quota 41, dal ripristino dei decreti Sicurezza e una giustizia giusta fino all'autonomia regionale. Ma è proprio sul cavallo di battaglia più sentito dai veneti - l'autonomia, ferma al referendum votato lì nel 2014 - che si scatena il governatore Luca Zaia sul palco.

"Chiunque andrà a governare, non avrà scelta", avverte con tanto di coreografica maxi bandiera del leone di San Marco e la scritta 'Autonomia subito' che fa srotolare dai suoi consiglieri durante il suo intervento. Lui intanto parla con un foulard con gli stessi colori rosso-oro infilato tra i passanti del pantalone. E infine avverte: "L'autonomia vale anche la messa in discussione di un governo".

Stesso messaggio racchiuso in un cartello che qualcuno mostra nel prato: "Il 98,1% dei veneti vuole l'autonomia - si legge - ,Salvini siamo stanchi, ragionaci sopra". Parole (quelle di Zaia ma anche del governatore lombardo Attilio Fontana poco prima) che parecchi interpretano come un avvertimento tacito agli alleati di centrodestra. In particolare a Giorgia Meloni, da sempre più sorda all'autonomia e più attenta a presidenzialismo e centralismo.

Oppure un penultimatum tutto interno alla Lega, nel duello spesso raccontato tra Salvini e Zaia, entrambi consapevoli che l'emorragia di voti, che si teme proprio in Veneto, potrebbe essere cruciale dopo il 25 settembre. A parte la 'sorpresa' della firma collettiva dei big del partito (probabilmente anche un escamotage per mostrare plasticamente la fiducia dei 'suoi' nel leader, a scanso di divisioni interne), il 'capitano' lancia un'altra chicca da Pontida: cancellare il canone Rai dalle bollette della luce, che fu introdotto dal governo Renzi e che secondo il partito vale 1,7 miliardi l'anno.

"Si può fare, lo fanno altri 10 Paesi", spiega il segretario e rimarca: "Novanta euro per un pensionato e un disoccupato significa fare la spesa tre volte in più". Non dedica troppo spazio al rivale, quel Pd che prova a rubargli la scena scendendo in piazza ala stessa ora a Monza con centinaia di sindaci. "A Letta mandiamo un bacione. Ora è nervoso perché sta vedendo 100 mila persone. Ma Enrico, un panino con la salamella c'è anche per te", ironizza. Si fa serio quando rende omaggio ai volontari e attivisti che non ci sono più, mentre ricorda le "radici" della Lega, alias Umberto Bossi e riconosce: "Siamo qui grazie a te". Il fondatore del Carroccio però non c'è: alla vigilia dei suoi 81 anni che festeggerà tra poche ore, ha deciso di restare nella sua Gemonio.

E spiega l'assenza con una foto che il figlio Renzo posta su Facebook: "Un giorno per la famiglia, per gli affetti", scrive in posa con il sigaro in mano sul divano". Sul palco invece interviene anche se zoppicante per un brutto mal di schiena il ministro Giancarlo Giorgetti che ammonisce a smetterla con "cattiverie e dicerie sui social". E, fedele allo spirito governista, rivendica: "Stare al governo è un continuo equilibrio tra ciò che si vorrebbe fare e cosa in concreto si può far. Avremmo voluto fare di più, ci siamo impegnati al massimo delle nostre capacità ma sempre avendo nel cuore lo spirito di Pontida". 

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