Il Tirreno

Fallimenti e truffe, sequestro da 4 milioni di euro a un imprenditore cagliaritano

Fallimenti e truffe, sequestro da 4 milioni di euro a un imprenditore cagliaritano

Operazione della Guardia di Finanza in Sardegna e Lombardia

24 marzo 2018
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CAGLIARI. Immobili, partecipazioni societarie, auto, beni di lusso, rapporti finanziari e bancari nonché denaro contante per un valore stimato pari ad oltre 4 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza di Cagliari all'imprenditore cagliaritano Rober Carboni, 69 anni.

I beni sono stati sequestrati sia in Sardegna che in Lombardia. La misura di prevenzione patrimoniale è stata richiesta dalla Procura di Cagliari ed eseguita dai militari del Nucleo di polizia economia e finanziaria. Secondo gli inquirenti, l'imprenditore a partire dagli anni 2008 e 2009 sarebbe stato coinvolto in numerose vicende giudiziarie relative a reati fallimentari, fiscali, ma anche legate a episodi di truffa per ottenere indebitamente erogazioni pubbliche. Tra i crac in cui sarebbe stato coinvolto l'imprenditore c'è anche quello della ex Ila di Portovesme, nel Sulcis, fallita dopo la sua privatizzazione nel 2009.

Aveva creato una rete societaria con molte aziende inattive utilizzate «a copertura delle attività illecite» e utilizzava prestanome o familiari a cui intestava i beni. Lo sostengono i militari delle Fiamme gialle che hanno sequestrato in Sardegna e Lombardia beni per 4milioni all'imprenditore cagliaritano Robert Carboni. I finanzieri hanno ricostruito sia la figura e il ruolo del 69enne, il quale nel corso del tempo si era spogliato della titolarità delle cariche societarie intestandole ai familiari, sia individuato l'ingente patrimonio accumulato e occultato.

«Sotto il profilo soggettivo, è emerso come l'imprenditore fosse stato coinvolto, durante un arco temporale di oltre venti anni, in una serie di attività illecite, legati ai crimini economico-finanziari - spiegano dalla Guardia di finanza -. Sotto il profilo oggettivo è stato dimostrato come l'imprenditore, sebbene spogliatosi di ogni carica sociale ed intestazione formale di beni, avesse in realtà mantenuto la direzione degli asset societari nonché la disponibilità dei numerosi immobili e conti correnti, attraverso l'interposizione di persone fisiche e giuridiche». Secondo l'accusa tutto il patrimonio a lui riconducibile o ai suoi familiari era sproporzionato rispetto al reddito dichiarato, una conferma questa che il denaro sarebbe stato accumulato illecitamente.

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