El Caribe chiuso per 15 giorni: la versione dei fatti della società
La ricostruzione del legale rappresentante della 4K SNC
Comas Vargas Manuel Emilio, legale rappresentante 4K SNC, replica sui fatti del locale “El Caribe” di Grosseto chiuso per 15 giorni.
Noi della 4K snc abbiamo subìto il provvedimento come ulteriori vittime di coloro che hanno aggredito alcune persone dopo la chiusura del locale in luoghi distanti dall’entrata del Caribe anche più di 30 metri.
E, letto l’articolo del 06/11/2025, adesso capiamo il perché tale provvedimento è stato emesso: sono state effettuati esposti e “letterine” da parte di qualcuno che parla a nome del condominio nelle quali sono stati riportati fatti non corrispondenti alla effettiva dinamica delle cose, contenenti supposizioni e conclusioni errate volte solamente a mettere in cattiva luce, se non proprio diffamare, il nostro locale e la mia società, se non anche la mia persona e quella degli altri soci.
Il nostro locale non è un ricettacolo di pregiudicati o corresponsabile dei malviventi. Non è coinvolto né direttamente né indirettamente in corse clandestine di auto o in danni alle proprietà o agli immobili del centro servizi Le Palme o nello spaccio di droga, come scritto nell’articolo riportando le dichiarazione dell’anonimo che parla a nome del condominio. Né risulta vero che non ripuliamo se clienti o terzi lasciano deiezioni nei portici o nel parcheggio.
Certo che se la Questura riceve queste non veritiere accuse poi emette provvedimenti cautelari di chiusura nei nostri confronti.
Per quanto riguarda i fatti avvenuti la sera del 12 ottobre e la notte del 31 ottobre-1° novembre, gli episodi di violenza sono stati posti in essere da soggetti che non frequentano il nostro locale ma che purtroppo spesso si ritrovano nelle parti buie del parcheggio, anche al di fuori dalla portata delle telecamere di sorveglianza (smentiamo altresì che ci siano nostri clienti come “sentinelle” che li avvisano, non si sa di cosa), i quali hanno aggredito nostri clienti dopo la chiusura del locale.
Quando dei malintenzionati provano ad entrare la sicurezza non glielo permette, proprio perché vigiliamo e non vogliamo che ci siano episodi di violenza nel nostro locale né vicino ad esso.
Le vittime delle aggressioni, quando hanno chiamato aiuto o l’intervento delle forze dell’ordine, hanno indicato il Caribe come punto di riferimento per i soccorritori anche dopo l’orario di chiusura, perché sapevano che rimaniamo sempre oltre tale orario a pulire il locale e il piazzale antistante e quindi siamo reperibili in caso di necessità.
Al Caribe vengono decine e decine di persone durante l’anno, si ascolta musica latino-americana e si beve il proprio drink con moderazione, abbiamo addetti alla sicurezza per evitare che soggetti malintenzionati o in chiare condizioni di alterazione possano avvicinarsi o entrare e disturbare i nostri clienti all’interno e all’esterno del locale. Gli effettivi clienti lo sanno.
La mattina del primo novembre, ad esempio, gli aggressori del ragazzo malmenato nel parcheggio alle ore 5 circa avevano provato ad entrare nel locale verso l’1 di notte ma non era stato loro permesso dalla sicurezza perché già assumevano atteggiamenti potenzialmente molesti ed infatti abbiamo anche chiamato il 113 per segnalare quel gruppo.
A quel punto queste persone sono andate via e molte ore dopo hanno assalito un ragazzo che era ancora nel parcheggio quando il locale era già chiuso da almeno un’ora. Il tutto è avvenuto dalla parte opposta del parcheggio rispetto a dove è situato il locale (chiudiamo alle 4 e già dalla foto pubblicata a corredo dell’articolo si vede che sono le ore 4:48 e che la scena raffigurata non si svolge davanti al Caribe).
Il fatto che l’aggredito fosse un nostro cliente, peraltro italiano e incensurato, è stata solo una casualità perché questi individui avrebbero ben potuto aggredire chiunque.
Si è letto poi che episodi di violenza si sono susseguiti negli ultimi mesi nei pressi del nostro locale. Ebbene, noi siamo stati chiusi da marzo ad agosto, per scelta, perché abbiamo deciso di cambiare compagine sociale per la gestione del locale, abbiamo sistemato gli interni, chiesto tutte le autorizzazioni necessarie per svolgere l’attività (anche quelle per istallare le telecamere di sorveglianza interna ed esterna di cui stiamo aspettando il rilascio) aumentato gli addetti alla sicurezza.
Quindi, se vi sono stati episodi di violenza in zona negli ultimi mesi con il nostro locale chiuso, non siamo noi il problema.
Si legge nel vostro articolo che chi parla a nome del condominio sta facendo raccolta firme e ha scritto o scriverà a vari enti per farci controllare; ebbene informo lui e tutti gli altri, condomini e lettori, che i controlli sono già stati fatti altrimenti non potevamo riaprire ad Agosto.
Anche perché fatti simili a quelli descritti nei vostri articoli avvengono, purtroppo, anche in molte altre zone della nostra città (basti vedere la cronaca di oggi) senza che le attività poste vicino ai luoghi in cui si verificano subiscano questo attacco mediatico a noi riservato.
Non vogliamo però più subire queste circostanze, pertanto abbiamo deciso di rivolgerci ad un legale per tutelare i nostri diritti, parleremo con il Condominio perché non è vero che non rispondiamo (avevamo fissato un appuntamento da avere nei prossimi giorni con l’amministrazione condominiale già da prima del 31/10) e non è vero che non vogliamo trovare una soluzione per evitare che, locale chiuso o meno, nella zona adiacente ad esso non avvengano più episodi del tipo di quelli che hanno indotto la Questura a prendere il provvedimento di chiusura temporanea del locale, perché per noi è un danno grave, economico e di immagine, che il nostro locale venga associato, oltretutto senza contraddittorio, a fatti di violenza dai quali siamo completamente estranei.