Grosseto, addio a ex giudice: «Un galantuomo di grande sapere»
Il cordoglio dei colleghi e degli avvocati. Aveva tenuto alcune conferenze sui temi dell’Islam e della Cina
GROSSETO. «Un galantuomo». «Una persona di grande umanità». «Un magistrato preparatissimo». Descrizioni sintetiche che corrispondono alla figura di Pietro Bocelli, già giudice del Tribunale di Grosseto, morto l’altra notte nella casa di riposo nella quale si trovava da qualche tempo a causa delle sue precarie condizioni di salute.
Nato il 26 giugno 1944, 81 anni compiuti da quattro mesi dunque, aveva lasciato da molto tempo la magistratura. E nel corso della sua carriera si era occupato di migliaia di fascicoli, degli argomenti più disparati, nei vari incarichi nei quali era stato chiamato a svolgere la sua opera. Soltanto per parlare degli ultimi anni della sua attività, alla fine degli anni Novanta – da pretore – si era occupato ad esempio della somministrazione della cura Di Bella ma anche di questioni sindacali e di lavoro. Aveva svolto anche le funzioni proprio del giudice del lavoro, come anche quelle di giudice delle indagini preliminari, sempre al Tribunale di Grosseto. Era stato anche giudice nei processi in Corte di assise.
Lasciata la toga, non aveva perso comunque curiosità e interessi, anche al di fuori delle tematiche giuridiche. Nel 2010, era stato comunque nominato vicepresidente dell’Associazione magistrati tributari. Nel 2013, in occasione di un possibile referendum sulla vendita delle farmacie comunali, era stato incluso nel collegio degli esperti. Con il Lions, nel frattempo era stato coinvolto per alcune conferenze sull’Islam. Mentre erano stati la Cina (“La via della seta”) e “La perdita del centro della vita dell’uomo attuale” i temi di due conferenze tenute per l’Università delle Tre età, con Giuseppina Scotti Porcelli presidente: «Ci conoscevamo da ragazzi – dice oggi Scotti Porcelli – Era davvero un amico d’infanzia. Molto preciso, scrupoloso anche da ragazzo. E affettuoso, anche, oltre che molto religioso. Avevo chiesto la sua collaborazione perché aveva una capacità di esprimersi, anche per situazioni così lontane dalla nostra realtà, che affascinava tutti. Di recente, aveva letto alcune mie poesie, ne avevamo parlato insieme».
Sergio Compagnucci, nelle vesti di presidente del Tribunale, e Maria Navarro, procuratrice capo, hanno espresso ieri anche a nome di tutti i loro colleghi magistrati il cordoglio per la scomparsa di Pietro Bocelli, una perdita per tutta la comunità, e non soltanto per il mondo giuridico. Proprio alcuni magistrati erano andati a trovarlo nelle ultime settimane. Un pensiero che testimonia la grande stima proviene anche dall’avvocato Alessandro Oneto, a nome di tutta l’Avvocatura grossetana: «Persona come poche altre. Se il nostro Foro è diverso da tanti altri e se la collaborazione tra tutti i protagonisti della giurisdizione è così avanzata lo si deve anche alla sua opera, al suo sapere, alla sua curiosità intellettuale e, non certo in ultimo, alla sua signorilità indiscussa».
Pietro Bocelli era vedovo da molto tempo di Lietta Ciani, morta 58 anni; lascia una figlia. La salma è stata composta nella camera ardente della residenza Anni Azzurri di via Genova. Il servizio funebre è curato dalle onoranze la Pace. L’ultimo saluto al magistrato è fissato per lunedì alle 10, nella chiesa dell’Addolorata.
.jpg?f=detail_558&h=720&w=1280&$p$f$h$w=83b1e9b)