Grosseto, schiaffo a un’insegnante dell’asilo: nonna a processo
Aveva portato il nipote in ritardo ed era nata la discussione. La donna era imputata anche di minacce: «Stai attenta a quello che fai»
GROSSETO. Lei aveva portato in ritardo il nipote a scuola, era nata una discussione, era partito uno schiaffo che aveva raggiunto una delle insegnanti. Fu una mattinata di alta tensione quella del 7 febbraio dell’anno scorso, in una scuola dell’infanzia della montagna. Una mattinata culminata con una querela, presentata l’indomani e corredata da un certificato medico. Lesioni e minacce le imputazioni nei confronti di una cinquantenne, la nonna del piccolo, finita davanti al giudice Sergio Compagnucci.
Una storia conclusa con la remissione della querela da parte dell’insegnante per le minacce e anche con la dichiarazione di particolare tenuità – e dunque con il non luogo a procedere perché non punibile – per le lesioni. Era stata la stessa accusa a sollecitare un pronunciamento in tal senso. L’imputata era assistita dall’avvocato Alessio Bianchini, che aveva chiesto appunto un non luogo a procedere.
Quella mattina del febbraio dell’anno scorso la donna si era presentata all’entrata della scuola dell’infanzia portando con sé il nipote. Aveva suonato il campanello, per farlo entrare. Aveva aperto il portone la responsabile del plesso, nonché insegnante, segnalando che era tardi, perché l’orario di entrata non andava oltre le 9,15. Motivazioni che non avevano convinto la nonna, che secondo la ricostruzione aveva iniziato a inveire, indicando altri bambini che a suo giudizio sarebbero stati in ritardo. Niente di tutto ciò, aveva replicato l’insegnante, specificando che quei bambini erano entrati in orario e che, se erano lì, era soltanto perché stavano prendendo le proprie cose dallo zaino.
La nonna era andata via ma era tornata poco dopo. Le insegnanti se ne erano accorte perché avevano sentito colpi alla vetrata d’ingresso e il campanello che suonava a distesa. La responsabile del plesso era andata ad aprire, la nonna era entrata precipitosamente, non autorizzata, e sarebbero iniziate le invettive: l’insegnante sarebbe stata spintonata con le mani, sarebbe stata fatta arretrare, sarebbe stata anche minacciata con frasi come «Stai attenta a quello che fai».
E a quel punto, dopo averle puntato un dito addosso, la nonna le avrebbe sferrato uno schiaffo al volto. L’insegnante era andata al pronto soccorso, aveva riportato traumi al volto, dalla parte sinistra, cinque i giorni di guarigione. Secondo l’imputazione, la nonna avrebbe agito per motivi futili nelle lesioni, agendo ai danni di una persona incaricata di pubblico servizio. Aggravante sussistente anche per le minacce, che sarebbero state gravi. Già alla prima udienza, l’insegnante aveva manifestato al giudice Sergio Compagnucci l’intenzione di ritirare la querela e di non volersi costituire parte civile. Il giudice ha ritenuto sussistente, in questo caso, la causa di non punibilità, anche in considerazione della remissione della querela.
