Una vita di colori e di “cementine”: «Addio Giorgio, eri un pezzo di storia di Follonica»
Muore l’erede della fabbrica (ora chiusa): «Ci raccontava che una scatola veniva sempre realizzata dalla stessa persona...»
FOLLONICA. La sua vita è stata in mezzo ai colori, alla bellezza di quelle cementine che all’inizio del Novecento arredavano tantissime case del centro città. Le ha realizzate per tutta la vita e anche quando la fabbrica ha chiuso – ormai tanti anni fa – ha conservato con cura gli stampi che servivano per fare le mattonelle, poi donati alla città. Dei capolavori, come avere delle sculture di bronzo. Un amore che ha accompagnato Giorgio Nicoletti fino alla fine e che ha coronato con l’orgoglio di vedere dedicata una sezione del museo Magma di Follonica alle opere che uscivano dalla sua fabbrica, la Nicoletti & figli.
Era il 2020 e ora Nicoletti non c’è più. Se ne è andato a 94 anni, sabato 18 ottobre ci sono stati i funerali. Ma la sua eredità resta nella città che l’ha visto nascere, crescere e restare fino all’ultimo, in quella casa in via Buozzi sopra la fabbrica fondata dal padre. «Era una persona spiritosissima, dietro un’apparente rigidità si nascondeva una persona dolcissima», racconta l’architetta Barbara Catalani, appena uscita dalla camera ardente.
«Quando nel 2017 – racconta – lui si fece avanti per donare al museo le matrici in bronzo della fabbrica di cementine, cominciammo un lungo percorso di contatti, racconti, momenti di scambio, poi concluso nel 2020 con la possibilità di realizzare una sezione all’interno del museo magma della fabbrica Nicoletti & figli, importante perché ha fornito le mattonelle a tutta Follonica in un momento, quello degli anni Venti, di boom edilizio del centro, con le varie villette borghesi e la piccola edilizia di grande pregio che ruotava attorno a quell’area». Non solo a Follonica, ma in tutto il territorio.
Bellissime, super resistenti, erano anche un capolavoro di qualità artigianale e artistica. «Mi ricordo che, quando ci fece vedere l’ultima copia del catalogo di mattonelle – prosegue Catalani – ci trovammo di fronte a un capolavoro di grafica. Insieme al Cantiere Cultura e all’associazione Fonderia 3 iniziammo per l’appunto un percorso poi approdato al Magma. Il racconto di una delle fabbriche più importanti della città doveva avere una sezione. Queste ceramiche per interni avevano una vastissima articolazione, i modelli trovava infinite soluzioni di fantasia». Ed erano preziose, «frutto di un lavoro estremamente manuale, artigianale, artistico. Giorgio ci raccontava – prosegue Catalani – che una scatola veniva sempre realizzata dalla stessa persona: la miscelazione del colore cambiava a seconda del lavoratore. Ciascuno faceva 25 mattonelle a persona». Una fabbrica al femminile: molte delle lavoratrici erano donne. E il lavoro dietro era enorme. C’era un’attenzione grandissima al particolare, al dettaglio, alla qualità, al risultato finale. «Tanto che pochi anni fa un giovane amante del vintage – racconta Catalani – si innamorò talmente tanto di queste cementine che, non appena veniva a sapere di una ristrutturazione in una delle antiche dimore cittadine, si precipitava dai proprietari per recuperare i pavimenti e ridare loro una nuova vita. Questo forse – conclude – è il risultato più bello che si può ottenere in un processo di valorizzazione».
Così Follonica ricorderà per sempre il suo Giorgio, stringendosi alla moglie, al figlio e la nipote e alle persone che gli hanno voluto bene. A partire dal Comune, che ha espresso il proprio cordoglio.