Il Tirreno

Grosseto

Il caso

Sub morto durante un’immersione alle Formiche: c’è un indagato

di Pierluigi Sposato
Danti durante un'immersione
Danti durante un'immersione

Predisposto l'incarico per l’autopsia. Per le ricerche del 32enne si erano mobilitati vigili del fuoco e guardia costiera

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GROSSETO. Questa mattina, giovedì 16 ottobre, incarico per l’autopsia sul corpo di Marco Danti, il medico 32enne di Lerici morto durante un’immersione nello scorso fine settimana alle Formiche di Grosseto. L’esame sarà affidato al professor Mario Gabbrielli, che si avvarrà della collaborazione di uno specialista: entrambi sono stati nominati dal sostituto procuratore Carmine Nuzzo, che coordina gli accertamenti che hanno visto in campo per le rispettive competenze – a partire dalle ricerche in mare – vigili del fuoco e capitaneria di porto.

L’autopsia

È indagato uno dei compagni di immersione, un uomo che abita in Liguria. La sua iscrizione nel registro degli indagati è un atto necessario alla eventuale partecipazione al procedimento, a prescindere dalle eventuali responsabilità che dovessero emergere nel fascicolo. Oggi l’indagato potrebbe presentarsi con un proprio specialista per seguire gli accertamenti di medicina legale che andranno a far parte dell’incartamento della Procura. Si deduce quindi che siano da escludere già da adesso ipotetiche responsabilità da parte di chi ha portato Danti e i suoi compagni sul luogo dell’immersione di sabato. Una volta che sarà effettuata l’autopsia, il magistrato potrà concedere il nulla osta per la sepoltura del medico anestesista, che lavorava da qualche tempo all’ospedale di La Spezia.

Cosa era successo

Danti – che faceva parte della asd Lerici sub e che aveva compiuto 32 anni nel maggio scorso – sabato aveva raggiunto con una comitiva prima Castiglione della Pescaia e da qui le acque delle Formiche di Grosseto, uno dei paradisi preferiti dagli appassionati di immersioni. Lui era affascinato da questo mondo, La Capitaneria di Porto Santo Stefano ha ricostruito grazie alle testimonianze e ai riscontri oggettivi diretti tutto quanto era avvenuto in quella giornata e quali erano stati i movimenti e le azioni eseguite da ciascuno dei componenti. Nel corso della giornata, i compagni di immersione avevano perso di vista Marco Danti.

Le ricerche

Lo avevano subito cercato, poi avevano dato l’allarme. Si erano mobilitati i vigili del fuoco che, su richiesta della guardia costiera di Porto Santo Stefano, cui era stato affidato il coordinamento delle operazioni, aveva inviato una squadra di soccorritori acquatici, a bordo di un gommone, in attesa dell’arrivo dei sommozzatori dei vigili del fuoco di Livorno; questi erano stati prelevati a Cecina dall’elicottero Drago 63 del Nucleo di Arezzo e portati sul luogo delle operazioni. Nel tardo pomeriggio, grazie all’utilizzo di attrezzature di rilevazione subacquea in dotazione alla guardia costiera, era stato purtroppo individuato un corpo adagiato sul fondale, a una profondità di circa 60 metri. La salma di Marco Danti era stata recuperata e quindi portata a terra, per essere composta all’obitorio a disposizione della magistratura. Cosa sia avvenuto in quei tragici momenti, se sia stato un malore e da cosa questo sia stato causato, lo dovrà dire l’esame autoptico.

La morte di Danti ha sollevato un profondo cordoglio sulla costa spezzina. La Pubblica assistenza di Lerici, ad esempio, ha ricordato di «aver avuto la fortuna di conoscerlo come persona squisita e professionista preparato e sempre disponibile ad aiutarci con passione in diverse attività, dalla guardia medica alle vaccinazioni». C’è anche chi ha ricordato Danti per averlo conosciuto come sportivo, quando giocava a pallanuoto.

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