Il Tirreno

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Il caso

Grosseto, rissa in centro coltelli e bottiglie: sette indagati, sei sono minorenni

di Pierluigi Sposato
Grosseto, rissa in centro coltelli e bottiglie: sette indagati, sei sono minorenni

L’aggressione avvenuta il 9 luglio scorso in pieno centro

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GROSSETO. Sei minorenni e altrettanti maggiorenni sono indagati per la rissa in due fasi scoppiata in pieno centro nelle primissime ore della notte del 9 luglio scorso. Una rissa con bottiglie e bastoni che sarebbero stati utilizzati dai maggiorenni e con coltelli e bottiglie nelle mani dei minorenni. La Procura dei minorenni ha chiuso le indagini nei confronti di tre diciassettenni, due sedicenni e un quindicenne. Uno dei sedicenni indagati era rimasto ferito, con cinque giorni di guarigione, per contusioni. È sospettato anche del porto abusivo di un coltello, così come altri due indagati. Quella notte era rimasto ferito anche un 21enne, anch’egli indagato per rissa: una ferita da arma bianca al polso sinistro, otto punti di sutura, sette i giorni di guarigione. La coltellata sarebbe stata sferrata dal quindicenne, indagato così anche per lesioni.

L'inizio della rissa

Il primo scontro sarebbe avvenuto poco prima dell’1 tra due gruppi, di etnie diverse, e sarebbe nato dal rifiuto opposto dal commesso di un negozio alla vendita di alcol a un gruppo di minorenni, come era stato dichiarato da chi era nell’esercizio, cioè i maggiorenni indagati. I minorenni, invece, avevano lamentato di essere stati ingiustamente maltrattati perché erano entrati per comprare soltanto qualcosa da mangiare. Erano arrivate le ambulanze (uno dei presenti nel negozio aveva una piccola ferita), erano sopraggiunti gli equipaggi di guardia di finanza anche con l’unità cinofila (il comando di piazza del Popolo aveva poi svolto le indagini), polizia di stato e carabinieri. Fuggi fuggi, i ragazzi si erano allontanati, alcuni erano stati rintracciati. La saracinesca del negozio si era abbassata.

Il secondo round

Ma non era finita. Perché poco dopo le 2 c’era stato un ritorno di fiamma. In quello stesso punto, per strada, c’era una bicicletta a terra e accanto alcune bottiglie rotte. Da poca distanza arrivavano delle urla: le fiamme gialle si erano spostate e avevano visto dei ragazzi che correvano, fino ad arrivare davanti alla Prefettura. C’erano i quattro del negozio, più un loro connazionale, e uno dei sedicenni: quest’ultimo sarebbe stato aggredito dai primi, che lo avrebbero raggiunto e bloccato all’ingresso della sede delle Poste, colpendolo con le mani. Uno di loro lo avrebbe picchiato anche con una mazza di legno (che si era rotta – era poi stata sequestrata), anche alla testa. La presenza dei militari non era servita sulle prime per calmare gli animi: era stato necessario frapporsi tra le parti. Poiché c’era stato un ulteriore tentativo di alzare le mani, un appuntato aveva utilizzato lo spray antiaggressione. Era poi sopraggiunto uno dei maggiorenni, che aveva mostrato una ferita al polso, dalla quale usciva parecchio sangue. L’ambulanza aveva portato lui e il sedicenne al pronto soccorso. Al negozio era poi stata imposta la sospensione dell’attività, per violazioni in materia di sicurezza e di assunzioni.

La ricostruzione delle fiamme gialle e le testimonianze raccolte dagli stessi militari hanno consentito al pubblico ministero Giuseppina Mione di formulare le imputazioni con la conseguente chiusura delle indagini. Sono state le testimonianze a consentire di ricostruire ulteriormente la dinamica – per le parti alle quali le forze dell’ordine non avevano assistito – e di completare tra l’altro il quadro sulle presunte responsabilità, cioè su chi aveva tirato le bottiglie, che sarebbero partite prima in direzione del negozio e poi in direzione opposta, e su chi aveva impugnato per primo un bastone (dal negozio, secondo le indagini) con il quale sarebbe stato colpito il sedicenne, lo stesso aggredito più tardi in piazza Rosselli; il quale dopo la prima aggressione era tornato davanti al negozio, facendo ripartire la lite. È in questa seconda circostanza che sarebbero spuntati i coltelli.

I video

Un paio di video girati sul posto con il telefonino sono entrati nel fascicolo di indagine e queste immagini hanno permesso di accertare che nelle vicinanze del negozio c’erano delle ragazze che avevano soltanto assistito alla scena, senza agire (posizione archiviata per tre sedicenni). E che alcune delle bottiglie lanciate dal negozio erano piene. Le altre bottiglie sarebbero state prese da cestini nelle vicinanze.

Altre immagini, quelle della videosorveglianza cittadina, hanno consentito di stabilire la dinamica di quanto avvenuto dopo le 2, fino all’epilogo in piazza Rosselli: il sedicenne in fuga, gli inseguitori, un bastone, il colpo alla schiena del ragazzo, gli amici di quest’ultimo che si scontrano con gli aggressori, la lama di un coltello che balena nella semioscurità, una bottiglia che prende al volto il quindicenne, ancora corse, ancora bastonate, la lama che ferisce il 21enne, un altro sedicenne con il coltello. Se sulle cause che avevano scatenato il primo episodio non ci sono certezze, le immagini non lasciano dubbi agli investigatori sulle responsabilità del pestaggio e anche sulla non veridicità delle dichiarazioni di alcuni dei protagonisti poi indagati. 
 

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