Il Tirreno

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Lutto

Grosseto, imprenditrice muore a 46 anni: addio a Mariasole Peccianti

di Francesca Ferri

	Mariasole Peccianti
Mariasole Peccianti

Nipote del decano degli albergatori, aveva gestito l’hotel in centro. Fissati funerali

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GROSSETO. Troppo facile il gioco di parole: si è spento un raggio di sole. Mariasole, la nostra Sole, era molto più di un raggio. Era una stella scintillante, un astro radioso di amore, simpatia, affetto, eleganza.

Mariasole Peccianti, imprenditrice del settore alberghiero, 46 anni compiuti appena lo scorso 3 giugno, se n’è andata da questa terra ieri, intorno alle 13, nella sua casa di Grosseto. Intorno a lei, l’amore della sorella Camilla, medico dermatologo dell’ospedale Misericordia di Grosseto, e dei genitori Maurizio e Graziella, e il sostegno della fede.

Dopo la maturità al liceo linguistico Rosmini, Mariasole Peccianti si era laureata in Giurisprudenza all’Università di Siena. Nipote del decano degli albergatori grossetani Walter Peccianti, fondatore dell’hotel Maremma nel centro storico di Grosseto, ne aveva raccolto le redini e a lungo lo aveva gestito, prima insieme al padre e poi da sola, con estrema professionalità e abnegazione. Come era nel tempo libero? Viene da sorridere anche in questo momento disperato. Perché con Sole la serata era assicurata: risate fin dalla pazzesca corrispondenza sul nostro gruppo WhatsApp per decidere l’outfit, o il ristorante, o “l’aperitivo sì? No? Dove?”. E giù battute, risate, emojii, vocali strampalati – vogliamo ricordare le imitazioni di Giusy Ferreri? – fin davanti al locale. Come le adolescenti che eravamo state al liceo. Lei, luminosa, era una maestra di stile. I suoi preferiti erano Dolce&Gabbana. Troppo eccentrici? Non per lei, che sapeva indossare con classe e personalità, ironia e freschezza ogni look. E poi la Juve. Tifosa, sfegatata, in casa – a Torino – o in trasferta, davanti alla tv – “Stasera gioca la Juve, ciao, bimbe, ci vediamo un’altra volta” – o direttamente allo stadio – “Vado, vedo la partita, e torno. Che ci vuole? ”. “Sole, ma sono 800 chilometri…”. “Ma è la Juve”. E faceva l’occhiolino.

Legatissima alla sorella Camilla e ai genitori, qualche anno fa le era stata diagnosticata una malattia impietosa. L’aveva affrontata con un coraggio e una forza d’animo che ci avevano lasciati tutti a bocca aperta. Non si era lamentata. Non sembrava impaurita. Non sembrava… Ci aveva regalato uno dei suoi sorrisi, ci aveva rincuorate. E si era rimboccata le maniche, affrontando le necessarie terapie. Fino a quel momento sapevamo che era tosta, la nostra Sole. E sapevamo che era speciale. Non sapevamo che quella luce che aveva sempre emanato era davvero la luce di una stella. Lei, diceva, la trovava nella sua grande fede.

E noi, le sue amiche, i suoi amici, le persone che nel suo passaggio su questa terra hanno avuto la benedizione di conoscerla, credenti o non credenti, adesso la immaginiamo bellissima, elegantissima, la sciarpa della Juve buttata sulla spalla, immergersi in quella luce che tante volte aveva pregato. Luce nella luce, Sole su una stella.

L’ultimo saluto

I funerali si terranno oggi, venerdì 18 luglio, alle 15 alla chiesa di San Francesco a Grosseto. 


 

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