Il Tirreno

Grosseto

Il caso

Grosseto, caso green pass: falso ideologico, due anni all’ex direttrice

di Pierluigi Sposato
Grosseto, caso green pass: falso ideologico, due anni all’ex direttrice

La dottoressa dovrà anche risarcire l’Asl con 15mila euro. Nella stessa udienza quattro rinvii a giudizio e tre patteggiamenti

3 MINUTI DI LETTURA





GROSSETO. Condannata per una parte delle imputazioni la dottoressa Fabiola Angeli, una dei principali imputati nel procedimento penale imperniato sulle false certificazioni Covid finalizzate ad ottenere illegittimamente il green pass rafforzato, una bufera giudiziaria che nel marzo 2022 portò anche all’emissione di alcune misure interdittive dalla professione, poi cessate. Ci sono state anche assoluzioni, patteggiamenti, una dichiarazione di non doversi procedere e quattro rinvii a giudizio. I fatti oggetto delle contestazioni risalivano al periodo 2021-2022, le indagini erano state effettuate dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria e del comando provinciali anche attraverso le intercettazioni.

La giudice Cecilia Balsamo, davanti alla quale il procedimento è stato definito con la scelta del rito abbreviato (e quindi con la riduzione di un terzo sulla pena), ha condannato la dottoressa Fabiola Angeli, già direttrice del pronto soccorso di Castel del Piano e adesso in pensione, a due anni, due mesi e venti giorni, nonché a risarcire l’Asl Toscana sud est costituitasi parte civile con l’avvocata Graziana Bonucci: 15mila euro. La dottoressa Angeli è stata riconosciuta colpevole di tre capi di imputazione in concorso, concernenti il falso ideologico relativo al triage sulla propria persona e su quelle dei suoi familiari (perché nessuno si sarebbe effettivamente presentato al pronto soccorso dell’ospedale di Castel del Piano per triage e successivo tampone). Angeli è stata invece assolta dagli altri reati perché il fatto non sussiste. Assolti perché il fatto non costituisce reato e perché il fatto non sussiste i familiari di Angeli, e cioè Fabrizio Lorenzoni, Maria Giovanna Benocci e Alessio Lorenzoni. Occorreranno novanta giorni per il deposito delle motivazioni. Gli imputati sono assistiti dall’avvocata Esmeralda Parentini. La quale dichiara di riservarsi, una volta lette le motivazioni e qualora vi siano i presupposti, di presentare appello contro la pronuncia di condanna. L’accusa aveva chiesto quattro anni per la dottoressa, tre anni, un mese e dieci giorni per il marito Federico, tre anni per Angela Angeli e per Alessio Lorenzoni, due anni, nove mesi e venti giorni per Maria Giovanna Benocci (la mamma della dottoressa Angeli), non ravvisando i termini per la concessione delle attenuanti generiche. La giudice ha escluso l’aggravante per la dottoressa Angeli .

Nel corso dell’udienza la giudice ha anche accolto la richiesta di patteggiamento per altri tre imputati (pena sospesa e non menzione): 6 mesi per Lucia Marino (medico addetta al triage), assistita dall’avvocata Christine Tortoli, 5 mesi e dieci giorni per Luca Stefanini (medico) e Rosanna Finetti (sua madre), entrambe assistite dall’avvocata Cinzia Zanaboni. Tutti per ipotesi di falso tra Castel del Piano, Grosseto e Follonica.

I quattro rinvii a giudizio (prima udienza ad aprile davanti alla dottoressa Agniezka Karpinska) riguardano invece Luca Mangiavacchi, Stefano Bruni, Roberta Antonelli e Filippo Rinaldi, tutti per ipotesi di falso. Bruni e Mangiavacchi rispettivamente medico e infermiere del pronto soccorso, Antonelli infermiera addetta al triage, Rinaldi medico. Reati commessi in concorso con Fabiola Angeli, secondo l’ipotesi accusatoria sostenuta dal pm Federico Falco. Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Massimiliano Arcioni, Luigi De Mossi, Sara Montauti e Paolo Novelli. Sarà quindi il dibattimento a chiarire le eventuali responsabilità dei quattro

C’è infine stato un non luogo a procedere: riguarda Nico Raffi, assistito dall’avvocato Alberto Bancalà. Raffi era sospettato di favoreggiamento, perché si sarebbe dimostrato reticente ai carabinieri a fronte di un sms che avrebbe manifestato la sua conoscenza della falsità dei green pass e avrebbe così aiutato Alessio Lorenzoni a eludere le indagini.




 

Primo piano
Il lutto

È morto Lorenzo Viani, storico titolare del ristorante “Lorenzo” a Forte dei Marmi

Sportello legale