Il Tirreno

Grosseto

Dopo l'arresto

Grosseto, lo strano processo alla leader degli apolidi: lei non entra in aula e non riconosce l’avvocata. I seguaci in tribunale

di Pierluigi Sposato
Un momento della giornata in Tribunale
Un momento della giornata in Tribunale

Valentina Fusco non sale in aula, comizi davanti a tribunale e questura

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GROSSETO. Era stata autorizzata a recarsi a palazzo di giustizia per partecipare all’udienza che la vedeva imputata. Da Follonica – dove deve rimanere in forza dell’obbligo di dimora disposto il 14 novembre scorso al termine della convalida – la leader degli apolidi ha effettivamente raggiunto piazza Fabbrini. Ma non è entrata in Tribunale, dove l’udienza era programmata per le 12,40. Le era stato consentito di spostarsi per il tempo strettamente necessario alla partecipazione all’udienza, ma alle 6,57 era già davanti agli uffici giudiziari. Si è allontanata solamente alle 14,30, ha poi stazionato davanti alla Questura: nel pomeriggio le è stata notificata l’intimazione a tornare subito a Follonica, a pena dell’aggravamento della misura. E prima delle 18 è effettivamente andata via.

In quaranta la supportano

Valentina Fusco non ha presenziato all’udienza del processo che la vede imputata per resistenza a pubblico ufficiale, per quell’episodio con lesioni ai danni di un agente della polizia di stato avvenuto in piazza Palatucci. Non ha presenziato lei e non hanno presenziato nemmeno gli altri apolidi – una quarantina – che hanno affollato la piazza antistante il Tribunale, parlando tra di loro, ascoltando la stessa Fusco anche mentre lei registrava dei video, assiepandosi sulla scalinata esterna di ingresso, assistendo alle conversazioni con le forze dell’ordine (una dozzina almeno tra carabinieri e polizia, in divisa e in borghese, davanti e dentro al Tribunale), indossando poi alcune magliette-simbolo.

Il processo, comunque, va avanti. E andrà avanti nelle forme tradizionali del dibattimento, senza riti alternativi: dunque con l’audizione dei testimoni. Se ne parlerà fra poche settimane, quando il sostituto procuratore Federico Falco chiamerà a testimoniare sette agenti di polizia giudiziaria.

L’udienza è iniziata poco prima delle 12,50 e si è protratta per alcuni minuti. Il giudice Sergio Compagnucci ha letto la relazione della polizia stradale secondo la quale Fusco era già a Grosseto alle 6,57 e a quell’ora stava girando un video. «Perché adesso non è presente?», ha chiesto. Nessuno, nemmeno l’avvocata Barbara Guazzini che assiste l’imputata, ha saputo dare una risposta: «Lei non mi riconosce come avvocata, io non ho deleghe. So soltanto che non vuole entrare». A quel punto però il giudice ha incaricato il dirigente del Tribunale di prendere informazioni all’esterno del palazzo, direttamente da Fusco, ribadendo che l’imputata era autorizzata a entrare. «Non vuole entrare – ha poi riepilogato il dottor Compagnucci dopo che gli era stato riferito il contenuto della conversazione – La sua è una scelta volontaria di non partecipare».

E così il giudice ha dichiarato aperto il dibattimento. Il viceprocuratore onorario Leonardo Brogi ha chiesto l’ammissione dei testimoni e delle prove, così come l’avvocata Guazzini. Poi, fissata la data della prima udienza dibattimentale, il giudice ha ripetuto l’autorizzazione concessa all’imputata a recarsi di nuovo in Tribunale «per il tempo strettamente necessario alla partecipazione all’udienza, percorrendo la via più breve». Poco dopo le 13 l’udienza è stata chiusa. Ma il gruppo di apolidi ha continuato a stazionare sulla scalinata esterna. Un funzionario di polizia ha chiesto a Fusco quali fossero le sue intenzioni, la leader ha risposto che ne avrebbe preso le proprie determinazioni non appena il gruppo si fosse trasferito al centro della piazza, come poi è avvenuto. Qui gli apolidi (c’erano anche alcuni bambini) hanno parlato per un po’, qualcuno ha indossato una maglietta con scritte di solidarietà a Fusco, un uomo ha attraversato la strada per andarsi a lamentare con la polizia delle riprese video che venivano effettuate. Poi l’epilogo davanti alla Questura.

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