Follonica, ruba un marsupio sugli scogli: arrestato dopo l’inseguimento di un gruppo di giovani
È stato un gruppo di giovani a darsi da fare per aiutare il turista: chi è il 32enne finito in carcere
FOLLONICA. Si è accorto che qualcuno lo stava derubando, mentre faceva il bagno sul litorale di via Carducci. Ha gridato, ha richiamato l’attenzione e lui, insieme ad altri tre ragazzi che avevano assistito all’episodio, si è messo all’inseguimento lungo le strade di Follonica. Al cancellone dell’Ilva l’epilogo: uno dei due fuggitivi è stato fermato e poi arrestato dai carabinieri, dell’altro si sono invece perse le tracce. Borsello con documenti e denaro recuperati, così come il cellulare e gli occhiali da sole.
In cella è finito Tahiri Gousse, 32 anni, nazionalità marocchina, abitante a Montalcino, con domicilio a Ponsacco e – come ha detto lui stesso – un lavoro da facchino regolarmente retribuito a Viareggio. Furto ai danni di un turista 71enne originario di Cerveteri e residente a Ferrara, in vacanza a Follonica. Martedì pomeriggio, verso le 16. il turista aveva deciso di scendere in acqua lasciando gli effetti personali sugli scogli. Non aveva perso di vista il marsupio e ogni tanto si voltava per verificarne che nessuno si avvicinasse, forse avendo notato qualcosa o comunque per atteggiamento naturalmente prudente. Qualcosa è effettivamente accaduto, perché il turista ha visto due giovani nordafricani avvicinarsi alla sua postazione e prelevare il marsupio. Ha gridato, è uscito dall’acqua mentre i due scappavano. Due di cui aveva memorizzato le fattezze e l’abbigliamento.
Le sue grida sono state udite da alcuni giovani presenti in spiaggia. Che hanno capito subito e si sono messi all’inseguimento insieme al derubato. Il quale non aveva più il cellulare, rubato insieme a tutto il resto. Ma è stato uno dei ragazzi a chiamare il 112 e a tenere al corrente la centrale di quanto stava avvenendo, metro per metro nel tragitto verso il centro della città, senza mai perdere di vista i due fuggitivi. Il gruppetto dei ragazzi è arrivato al cancellone dell’ex Ilva in via Bicocchi e appena entrato ha visto i due fuggitivi seduti su una panchina. Uno di loro ha alzato i tacchi e si è messo a correre: i ragazzi gli sono corsi dietro senza riuscire a prenderlo, poco dopo sono stati recuperati il portafogli e gli occhiali da sole del turista. L’altro, poi identificato per Gousse, era rimasto sulla panchina. Quando il turista ha chiesto ai ragazzi di comporre il proprio numero di telefono, l’apparecchio ha squillato da terra, da dentro al marsupio. In quel momento sono arrivati i carabinieri. I quali poco prima avevano ricevuto una prima indicazione di intervento localizzata in viale Europa: ma lì non stava avvenendo nulla, alle spalle cioè dell’ex complesso industriale.
Una seconda telefonata ha indirizzato la pattuglia verso l’ex Ilva e via Bicocchi. Qui la pattuglia ha trovato Gousse e l’ha portato in caserma insieme al turista. Il quale aveva dato una descrizione di uno dei fuggitivi pienamente rispondente all’abbigliamento dell’arrestato, maglietta, pantaloncini e un cappello di paglia già notati al momento in cui l’uomo era uscito dall’acqua. Lo straniero ha detto di non sapere nulla del marsupio e di non aver fatto nulla, se non che qualcuno gli aveva gettato accanto gli oggetti. In caserma è stato perquisito: con sé aveva una tessera bancomat, una tessera Sei Toscana intestata a un grossetano, una tessera sanitaria intestata a una persona abitante a Castiglione della Pescaia – quest’ultima, ha spiegato, da lui utilizzata per comprare le sigarette. Il brigadiere ha spiegato che con quella tessera il giovane uomo straniero aveva cenato la sera prima in un ristorante di Follonica senza riuscire a pagare con il bancomat perché bloccato. Tanti i grattacapi con le forze dell’ordine a suo carico, con un obbligo di firma emesso dal questore di Livorno pochi giorni fa che però non risulta ancora notificato, dopo un arresto per una rapina dai termini non chiariti in aula.
Arrestato di nuovo martedì pomeriggio, Gousse è stato portato ieri davanti alla giudice Agnieszka Karpinska. «Io non ho fatto nulla, ho visto 5-6 persone arrivare improvvisamente lì dove ero e mi sono spaventato». L’altro giorno non era al lavoro perché era andato a trovare un nipote, ha detto.
Il viceprocuratore onorario Alessandro Bonasera ha chiesto la convalida del provvedimento e il divieto di dimora in provincia. Il difensore, l’avvocato Domenico Finamore, non si è opposto, facendo comunque presente la disponibilità di un alloggio in casa del fratello di Tahiri, a Siena. La giudice ha convalidato il provvedimento e ha disposto il divieto di dimora. Su richiesta della difesa, il processo è stato aggiornato: se ne riparlerà il 20 settembre.