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Scansano, il sogno di Euclid nato dopo un “cinquino” al bar: ora ha un’azienda con 25 dipendenti

Scansano, il sogno di Euclid nato dopo un “cinquino” al bar: ora ha un’azienda con 25 dipendenti

Il racconto: «Mio padre è arrivato a Trani su un gommone a metà degli anni Novanta, in fuga dalla guerra civile in Albania per darci un futuro»

29 maggio 2023
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SCANSANO. Oggi con la sua “ItaAlb-Toscana” nel mondo agricolo è un imprenditore conosciuto e rispettato in tutta la provincia. Euclid Kacabuni, nato a Kryekuq in Albania, un paesino tra Durazzo e Valona, è un italiano di seconda generazione, ancora senza cittadinanza, che in pochissimi anni si è conquistato un posto di rilievo nella nostra comunità. Ad appena 32 anni, coadiuvato dal fratello Demir, e da tutta la famiglia, si è fatto con le sue mani un’azienda da 25 dipendenti che effettua lavori di movimento terra, giardinaggio, potature di piante di alto fusto e lavori agricoli. «Mio babbo Perparim è arrivato a Trani su un gommone a metà degli anni Novanta, in fuga dalla guerra civile in Albania per darci un futuro», ricorda.

«Dopo varie vicissitudini è arrivato da clandestino a Scansano dove ha lavorato come operaio agricolo in tante aziende della zona. Fino a quando è riuscito a ottenere il permesso di soggiorno con la sanatoria del 2002 ed è potuto tornare a casa. Ricordo come fosse ora che venne con una vecchia Land Cruiser nella quale io e mio fratello abbiamo dormito per una notte».
Euclid arriva a Scansano nel 2004, insieme alla mamma Shpresa, alla sorella Nevila (29 anni) e al fratello Demir (26). È il figlio più grande e ha 13 anni. «Alle scuole medie è stato un po’ difficile inserirmi, ma ho tenuto duro. Poi spinto dai miei genitori che speravano mi laureassi per fare un mestiere che mi mettesse al riparo dai rischi della povertà, mi sono iscritto al liceo scientifico a Grosseto. Ma presto ho capito che non era la mia strada. Così dopo tre anni ho lasciato e a Orbetello ho fatto un corso della Regione Toscana per elettricista, lavorando poi come apprendista con la ditta Stanganini».

Euclid però anche stavolta capisce subito che il lavoro dipendente non fa per lui. «Nel 2008 arrivò la crisi e mio babbo si trovò in difficoltà perché le aziende agricole assumevano i cottimisti pachistani e rumeni per risparmiare. Io ho cominciato a lavorare in campagna per dare una mano in famiglia. Poi, ricordo, nel luglio del 2009, ero al bar di scansano a bere un “cinquino” con il mio amico Roberto Cioni di Confagricoltura. Che mi spinse a prendere la partita Iva e a mettermi in proprio: “Tuo babbo è conosciuto da tutti qui e ha un’ottima reputazione. Ti presento io a un po’ di aziende agricole e inizi a lavorare”. Ho costituito la mia prima ditta artigianale di servizi e prestazioni di manodopera, affiancato da mio fratello che nel frattempo aveva lasciato l’Istituto tecnico di Arcidosso e avendo come dipendente le mie cesoie per lavorare nella vigna».

Euclid inizia questa nuova avventura contro la volontà dei genitori, che per lui avrebbero preferito un’altra strada perché volevano che non facesse la fatica che avevano fatto loro. Ma Euclid è caparbio e ambizioso, oltre che un lavoratore indefesso. Così in poco tempo si fa un nome e assume i primi dipendenti. «Oltre a Roberto Fidanzi e Confagricoltura, devo ringraziare la Cantina dei Vignaioli di Scansano e l’Olma, perché mi hanno dato fiducia all’inizio, permettendomi di crescere come persona e come imprenditore. Il vero salto di qualità arriva tra il 2017 e 2020. Oggi l’azienda è solida: abbiamo 25 dipendenti e macchine per circa 700mila euro. Lavoriamo in tutta la provincia, e dobbiamo rifiutare molte commesse perché non si trova manodopera qualificata».
Ma Kacabuni, che da sei anni è fidanzato con Victoria, una ragazza Ucraina che ha conosciuto qui, non si è limitato a costruire un’azienda. In pochi anni ha acquistato un podere sulla strada dei Laghi dove vivono i suoi genitori che gestisce 35 ettari di proprietà e in affitto, coltivati a vite e olivi. «Lo dovevo a mio babbo che ha attraversato l’Adriatico su un gommone e a mia mamma che ci ha cresciuti».

Con il fratello Demir ha invece rilevato un’azienda agricola in Grancia. Entro breve spera di andare nella casa nuova che ha acquistato a Grosseto, in zona Oliveto. «Vorrei mettere su famiglia e avere figli. E nel tempo libero volare, sono appassionato di volo. Mi piacerebbe anche rimettermi a studiare, perché mi piacciono tanto storia, geografia e matematica. E il sogno nel cassetto di una grande azienda agricola, perché l’agricoltura è il mio mondo».
Euclid, che mantiene un legame forte con l’Albania, oggi si sente italiano a tutti gli effetti «appena possibile prenderò la cittadinanza. E penso che l’Italia non si possa cambiare con nessun Paese del mondo. Vorrei rimanere qui». Forse era scritto che andasse a finire così. Il nonno paterno era un partigiano che lottò contro i nazisti, la cui famiglia ospitò i militari italiani sbandati. Perché la ruota gira per tutti. 

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