Il Tirreno

Grosseto

L’appello

Grosseto, ritrova la piastrina perduta dal soldato: «Cerco i suoi eredi»

di Matteo Scardigli
Grosseto, ritrova la piastrina perduta dal soldato: «Cerco i suoi eredi»

Scansano, appello ai paesani di Poggioferro

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SCANSANO. In un lunedì mattina come tanti, a caccia di oggetti della seconda guerra mondiale, il metal detector segnala la presenza di un oggetto pochi centimetri sotto terra. Potrebbe essere un portavivande come un proiettile, magari una moneta o, il caso non voglia, un ordigno. Pochi minuti di delicatezza ed ecco che, invece, emerge un pezzo di storia.

Fabrizio Leonardo è nato al Gabbro (provincia di Livorno, comune di Rosignano Marittimo) ma vive a Vecchiano (provincia di Pisa). Ha 45 anni, di mestiere fa l’idraulico e come hobby fa lunghe passeggiate insieme al suo cane alla ricerca di reperti bellici. Poi, due giorni fa, ha fatto la scoperta più importante della sua carriera.

«Fino all’altro giorno avevo trovato, al massimo, oggetti in dotazione ai soldati (perlopiù americani o tedeschi), per esempio maschere antigas», premette Leonardo, che subito precisa: «Se trovo cose il cui possesso è vietato dalla legge faccio immediatamente denuncia alle autorità competenti, il resto lo tengo a casa in una piccola collezione privata».

Ciò che ha rinvenuto lunedì, però, avrà un destino del tutto diverso.

«Mi sono documentato sui luoghi dove si sono combattute le battaglie della guerra, un po’ dai libri ma soprattutto dalle testimonianze di chi c’era o di chi, a sua volta, aveva sentito le storie degli ex militari (amici o parenti)», racconta Leonardo, che lunedì aveva scelto di andare nei boschi tra San Piero e Marina di Pisa. «Erano circa le 10 quando il metal detector ha iniziato a suonare. Mi sono chinato, ho tolto un po’ di foglie e ho iniziato a scavare circa 20 centimetri di terreno; prima con una paletta e poi a mano, per non danneggiare l’oggetto che c’era sotto», racconta ancora.

Poi, l’oggetto compare davanti ai suoi occhi increduli: una piastrina della seconda guerra mondiale, perfettamente conservata dopo quasi 80 anni sotto terra. L’iscrizione è leggibilissima: Martinelli Damasco di Manildo e Bastianini Annunziata; Poggioferro Grosseto.

«Ci sono l’anno di nascita del soldato (il 1923), il distretto militare di Grosseto (il 101, ho controllato su internet), il nome del padre e della madre da nubile e il paese di provenienza», spiega il cercatore. Leonardo si è – correttamente – attivato anche con il ministero della Difesa, sia per segnalare il ritrovamento che per entrare in contatto con i familiari del militare.

Ma, come spesso accade in casi come questo, dopo oltre mezzo secolo l’operazione non è semplice. Ecco perché sceglie Il Tirreno per lanciare il suo appello: «Aiutatemi a trovare gli eredi di Damasco Martinelli. Vengo volentieri personalmente – chiosa – perché voglio che la piastrina torni a far parte della sua famiglia».


 

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