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L’invasione delle piante aliene minaccia molti corsi d’acqua grossetani

I lavori di ispezione compiuti lungo il corso del torrente Ampio
I lavori di ispezione compiuti lungo il corso del torrente Ampio

Il Consorzio di Bonifica 6 ha incaricato l’Università di compiere appositi studi. Bruna, Ampio, Ombrone e Albegna sotto osservazione anche per tane di animali

04 febbraio 2023
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GROSSETO.  La convenzione tra il Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud e le università toscane va avanti. Un progetto reso ancora più importante e attuale dall’invasione di specie di vegetazione aliena che stanno minacciando i corsi d’acqua di tutta la regione. L’indagine ecologica, botanica e faunistica, vuole individuare linee guida per la gestione della vegetazione nei corsi d’acqua del comprensorio e ha concluso il suo secondo anno.

Una prima fase del progetto ha interessato il fiume Arbia nel Senese e il fiume Bruna e il torrente Ampio in Maremma, con un intervento sperimentale per la rimozione della specie aliena invasiva arundo donax, la canna comune. Su Bruna e Ampio sono state mappate, anche grazie ai tecnici di Cb6, le tane degli animali come istrici e tassi, con ispezioni periodiche anche attraverso le fototrappole. «Nella maggior parte dei casi – osserva Martina Bencistà, ingegnere di Cb6 che sta curando il progetto – basta una sola chiusura per allontanare gli animali». Lo studio effettuato con il software Hecras, poi, ha evidenziato che la presenza di vegetazione riparia a monte dei centri abitati ha come effetto un rallentamento dell’onda di piena, confermando che le tecniche adottate attualmente dal Consorzio sono corrette.

L’analisi della vegetazione e degli habitat si è poi spostata su quattro aree chiave: il fiume Arbia e il fiume Ombrone in provincia di Siena, il fiume Albegna e il torrente Ampio in provincia di Grosseto.

L’Arbia è risultato fortemente diviso tra un tratto a nord di elevata naturalità ed un tratto a sud di Taverne d’Arbia a forte impatto umano. Ventotto specie su 412 rinvenute (6, 8%) sono aliene: artemisia verlotiorum e robinia pseudoacacia le più frequenti. E la loro frequenza aumenta con la distanza dalla sorgente, indicando una correlazione con l’impatto antropico. «In futuro – afferma Fabio Zappalorti, direttore generale di Cb6 e di Anbi Toscana – i risultati di questo studio vorranno fare chiarezza sulle diverse porzioni del fiume Arbia. I ricercatori dell’università di Siena analizzeranno i fattori ambientali e le cause antropiche che guidano la distribuzione delle più frequenti specie autoctone e aliene. Questi risultati potranno essere utili anche per altri progetti».

Sul torrente Ampio è in corso un esperimento, con tre tipologie di trattamenti, per dare risposte sulla possibile eradicazione della canna comune, anche analizzando batteri e funghi associati. I dati raccolti ed elaborati serviranno a stabilire quale trattamento è il più efficace per il contenimento di questa specie invasiva.

Si lavora anche sul fiume Ombrone, a Buonconvento, su un tratto di circa un chilometro. Lo studio ha l’obiettivo di valutare come agiscono le diverse metodologie di taglio, più o meno “gentile”, sulla composizione e la diversità della vegetazione, per cercare un impatto sostenibile sulle comunità vegetali autoctone. I sensori installati registreranno i dati di temperatura per un periodo minimo di un anno. «Il monitoraggio verrà ripetuto tra la primavera e l’estate – aggiunge Fabio Bellacchi, presidente del Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud – è un progetto molto importante che può aiutarci a convivere meglio con l’Ombrone, il nostro principale corso d’acqua».

Sul tratto vicino alla foce del fiume Bruna l’obiettivo è valutare se gli argini dei corsi d’acqua con molti interventi umani possano rappresentare un serbatoio di specie vegetali autoctone, anche di pregio, all’interno di aree agricole soggette a colture intensive.

Il monitoraggio sul fiume Albegna, con la creazione di modelli 3d creati dopo un monitoraggio aereo, vuole invece produrre una carta della vegetazione per analizzare i pericoli da alluvione. Nonostante la presenza di arundo donax rilevata in gran parte del fiume, non sono emerse preoccupazioni per il rischio idraulico causato dalle tane di animali: ne sono state censite solo 13, delle quali solo una nel tratto arginato, grazie alle costanti manutenzioni effettuate da Cb6.
 

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