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Influenza, boom atteso per Natale: «Ma vaccinazioni ancora a rilento»

Influenza, boom atteso per Natale: «Ma vaccinazioni ancora a rilento»

Il direttore del dipartimento di prevenzione dell’Asl sud est Giorgio Briganti: «Numeri alti, specialmente nei più piccoli: ecco perché»

25 novembre 2022
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GROSSETO. I numeri, prima di tutto, per dare un perimetro al contesto: la rete di sorveglianza dell’istituto superiore di sanità ha registrato nella settimana dal 7 al 13 novembre 388mila casi di persone con l’influenza, quella, per intenderci, che da sempre etichettiamo con il nome di “stagionale”.

Quella con un quadro delineato e scandito da febbre per uno-due giorni (in linea generale, di massima), il raffreddore, mal di testa e tosse. «A livello nazionale – e anche nel panorama locale il trend dovrebbe essere molto simile da ciò che è emerso dai primi confronti con i colleghi di queste settimane – siamo di fronte a un dato non coerente con gli anni precedenti. Abbiamo numeri che solitamente, prima del 2020, si registravano a inizio gennaio: siamo a circa sette casi ogni mille abitanti colpiti da influenza, un dato molto alto». Lo dice subito Giorgio Briganti, il direttore del dipartimento di prevenzione dell’Asl sud est.

Direttore, la domanda è d’obbligo: perché questa impennata?

«Analizziamo i numeri: siamo di fronte a dati alti, che aumentano in fase pediatrica, per bambini sotto i 6 anni, con 19, 6 casi ogni mille abitanti, sempre con riferimento a tutta Italia. Da un lato sicuramente le misure anti-contagio per il Covid-19 in questi due anni hanno avuto l’effetto di prevenire anche il resto. Inoltre, soprattutto le fasce più giovani hanno avuto meno contatti con i virus influenzali nel biennio precedente, per via appunto delle misure a contrasto della diffusione del Covid-19 (dalla mascherina ai lockdown) : hanno dunque una minor “memoria immunitaria” per quanto riguarda i virus influenzali. Un doppio motivo che può spiegare perché già a novembre abbiamo raggiunto numeri, come influenze, che solitamente si trovavano nel mese di gennaio».

Sono numeri destinati ad aumentare?

«Intorno a Natale gli studi previsionali individuano il possibile picco dell’influenza. La sintomatologia è quella classica, di ogni anno, soltanto che quest’anno è più precoce nel periodo».

Cosa è importante fare?

«Proteggere la popolazione più fragile, come i pazienti over 65, i bambini sotto i 6 anni, i soggetti a rischio, le donne in gravidanza e così via, quella parte di popolazione per la quale peraltro la vaccinazione contro l’influenza – che consiglio – è totalmente gratuita e può essere fatta dal medico di base contestualmente alla dose anti-Covid. Si possono fare insieme, anche il medesimo giorno: non ci sono complicazioni».

Quante persone nella provincia di Grosseto hanno scelto la strada della vaccinazione contro l’influenza?

«In due mesi in provincia si sono vaccinati 26. 130 abitanti: se le sembra un numero alto, sappia che solo gli over 60 in Maremma sono circa 36mila abitanti. Quindi si può fare di più, il numero non è per niente alto».

Direttore, a proposito di vaccini: siamo tornati a parlare di influenza e non più di Covid. È un segnale? A che punto siamo?

«Come quarta dose, sempre in provincia, sempre con dati aggiornati a mercoledì scorso, siamo a 25. 156 dosi anti-Covid: rappresenta il 37-38% dei vaccinabili. L’invito che faccio è quello di vaccinarsi, perché il Covid non si è mai fermato, proprio in questa settimana il dato di martedì a livello regionale ha fatto registrare 3620 nuovi casi, +700 in una settimana: sono cifre significative. Non siamo fuori dal problema, il virus circola. È ovvio, ma anche prevedibile, che l’obbligo di mascherine cessato per la gran parte dei luoghi incide, era chiaro questo…».

Qual è allora il consiglio?

«Non abbandonare i comportamenti virtuosi: il continuo lavaggio mani, disinfettarsele, ecco questa è una pratica molto utile che vedo peraltro che le persone continuano a svolgere giustamente. Consiglio poi di indossare le mascherine nelle situazioni a maggior rischio d’assembramento che possono essere le più variegate, oltre a dove l’obbligo permane, ovviamente. Tutto questo, oltre alla copertura vaccinale».

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