Il Tirreno

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Pesce illegale, maxi sequestro 500 chili donati in beneficenza

Pesce illegale, maxi  sequestro 500 chili  donati in beneficenza

Reti a strascico per catturare prodotti troppo piccoli. Multate due barche

02 luglio 2022
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MONTE ARGENTARIO. Con un escamotage riuscivano a prendere “in gabbia” (o meglio nella rete) i pesci più piccoli, sottomisura, vietati per legge. Una volta scoperti, i titolari dei pescherecci si sono presi una maxisanzione.

La complessa attività di verifica in mare chiamata “Summer fish”, e indirizzata a sorvegliare la filiera della pesca, è stata portata avanti dalla Capitaneria di porto, condotta e coordinata a livello regionale dalla Direzione Marittima di Livorno. Lo specchio di mare interessato dalle ispezioni è stato quello tra l’Argentario, l’isola del Giglio e l’isola di Montecristo, dove sono state messe a punto mirate verifiche alle unità da pesca professionali che utilizzano le reti a strascico.

I controlli a bordo hanno consentito di accertare che due pescherecci, appartenenti alla marineria di Porto Santo Stefano, utilizzavano reti da traino non conformi alle normative vigenti: in entrambi i casi, grazie all’utilizzo del misuratore di maglie elettronico, è stato accertato che al sacco della rete a strascico erano collegati alcuni dispositivi con lo scopo di ridurre l’ampiezza delle maglie e quindi limitare la fuoriuscita del pescato sottomisura, che quindi veniva pescato. Trattandosi di infrazione grave, per i due pescherecci sono scattati, oltre alla prevista sanzione amministrativa, pari a 4.000 euro, il sequestro della rete, il sequestro di circa 500 kg di pescato e l’applicazione di sanzioni accessorie alle licenze di pesca nonché ai titoli professionali dei comandanti dei pescherecci. Il grosso quantitativo di pescato sequestrato è stato interamente donato in beneficenza ad enti caritatevoli della provincia di Grosseto. Un ulteriore peschereccio, proveniente dalla marineria di Mazara del Vallo è stato sanzionato, invece, per aver pescato gamberi rossi nelle acque toscane senza aver ottenuto, dal competente Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, la necessaria autorizzazione per la cattura del pregiato crostaceo.


 

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